La missione Apollo 17 continua a portare a scoperte significative, quasi cinquant’anni dopo il suo storico atterraggio sulla Luna.
Un recente studio pubblicato il 5 settembre sul Journal of Geophysical Research: Planets ha rivelato che l’atterraggio del modulo spaziale ha avuto conseguenze sismiche inaspettate sul nostro satellite naturale, generando una forma precedentemente non identificata di terremoti.
Gli studiosi hanno utilizzato un insieme di dati forniti dalle missioni Apollo, unitamente a moderni algoritmi informatici e sismometri posizionati nelle vicinanze del sito di atterraggio per condurre la ricerca.
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Questo team multidisciplinare di ricercatori ha notato che i notevoli sbalzi di temperatura sulla superficie lunare, oscillando da -133°C nelle zone in ombra a +121°C nelle zone illuminate dal sole, hanno innescato l’espansione e la contrazione della struttura del modulo di atterraggio, causando dei movimenti sismici significativi.
Francesco Civilini, uno degli scienziati chiave del progetto, ha spiegato che il team ha messo a punto degli algoritmi in grado di cronometrare accuratamente le onde sismiche, misurare l’intensità dei segnali e identificare l’origine dei terremoti. Questo lavoro ha permesso di scoprire un nuovo tipo di fenomeno sismico, denominato “lunamoto termico impulsivo“, correlato al ciclo di riscaldamento e raffreddamento del modulo. I tremori, principalmente riscontrati nelle ore mattutine quando l’attività solare è al picco, possono protrarsi per diverse ore.
Sebbene questi “lunamoti” si siano rivelati relativamente innocui, avendo un impatto minimo sul terreno circostante e non rappresentando una minaccia per eventuali esseri umani presenti, la scoperta apre nuove prospettive per le future missioni lunari. Comprendere la natura di questi fenomeni sismici sarà cruciale per il programma Artemis degli Stati Uniti, che ambisce a costruire una base permanente sulla Luna, per garantire sia la sicurezza che la sostenibilità delle infrastrutture.
Delinea inoltre un quadro più ampio e dettagliato della geologia lunare, mettendo in luce una “vita interiore” più attiva e dinamica del previsto, e differenziandosi dai tremori più profondi e brevi, solitamente causati dall’impatti di meteoriti.
Inoltre, lo studio sottolinea l’assenza di un fenomeno correlato al movimento delle placche tettoniche, come accade invece sul nostro pianeta, dando una conferma ulteriore della unicità della geologia lunare.
Mentre gli scienziati si preparano a sondare ulteriormente questo fenomeno nei futuri viaggi sulla Luna, si concentrano anche sulla missione indiana Chandrayaan-3, che porterà con sé sismometri avanzati per fornire nuovi dati essenziali sull’attività sismica del satellite.
Questo studio rappresenta un significativo passo avanti nella nostra comprensione dei fenomeni sismici lunari, promettendo di facilitare e rendere più sicure le future esplorazioni della Luna.
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