Ancora una volta un asteroide potrebbe colpire il nostro pianeta

VEB

Gli astronomi annunciano una potenziale minaccia proveniente dal cosmo: il 24 settembre 2182, l’asteroide Bennu potrebbe colpire il nostro pianeta con un impatto equivalente a quello di 22 ordigni nucleari. Tuttavia, la NASA è già al lavoro per mitigare questo rischio.

Ancora una volta un asteroide potrebbe colpire il nostro pianeta
Foto@Pixabay

Il team di ricercatori ha identificato la possibile data di collisione grazie a complessi calcoli e ora stanno facendo tutto il possibile per deviare la traiettoria dell’asteroide. La missione è giunta nella sua fase cruciale, a più di un secolo e mezzo di distanza dall’eventuale impatto, con la NASA che sta concentrando tutti i suoi sforzi per scongiurare una tale catastrofe.

Bennu, che ha un diametro pari a un terzo di miglio, sorvola la Terra ogni sei anni, e la sua dimensione, benché notevole, non è comunque paragonabile a quella dell’asteroide che 66 milioni di anni fa determinò l’estinzione di gran parte delle specie viventi, incluso i dinosauri. Nonostante ciò, una sua collisione con la Terra potrebbe creare un cratere largo sei miglia e distruggere tutto nel raggio di 600 miglia.

Per comprendere meglio questo corpo celeste e trovare il modo più efficace per deviarne la rotta, la NASA ha lanciato la sonda OSIRIS-REx con il compito di raccogliere campioni dalla superficie dell’asteroide. Il materiale prelevato sarà essenziale per studiare le caratteristiche dell’asteroide e per elaborare strategie di difesa più efficaci.

Sette anni fa, la sonda ha iniziato il suo viaggio verso Bennu e, a partire dal 24 settembre di quest’anno, i campioni inizieranno il loro ritorno verso la Terra. L’arrivo è previsto nello Utah, dove gli scienziati esamineranno il materiale raccolto, costituito da circa 250 grammi di roccia spaziale, in una capsula delle dimensioni di un frigorifero.

Rich Burns, responsabile del progetto OSIRIS-REx, ha espresso un misto di orgoglio e gioia per l’impresa quasi completata, paragonando questa fase terminale a “le ultime miglia di una maratona”.

Sebbene le probabilità di un impatto catastrofico siano attualmente stimate essere di 1 su 2.700, il team non vuole lasciare nulla al caso. Nel peggiore dei casi, l’impatto di Bennu potrebbe provocare gravi danni, ma non un evento di estinzione di massa, dato che l’asteroide è significativamente più piccolo di quello che cancellò i dinosauri dalla faccia della Terra.

Nicola Fox, un altro membro chiave del team della NASA, ha sottolineato l’importanza dei campioni che la sonda riporterà, affermando che essi “aiuteranno a far luce sulla formazione del nostro sistema solare 4,5 miliardi di anni fa e forse anche su come è iniziata la vita sulla Terra”.

In attesa dell’arrivo della capsula, tutti gli occhi sono puntati sul deserto dello Utah, dove gli scienziati sperano di intraprendere una nuova fase di scoperte rivoluzionarie, grazie all’aiuto dei frammenti dell’asteroide Bennu.

Next Post

Déjà vu e jamais vu: come la mente percepisce la realtà

Esistiamo in una realtà dove talvolta il passato sembra irrompere nel presente, dando vita a un déjà vu, una sensazione che il momento attuale sia già stato vissuto. In questo strano intermezzo, sembra quasi che il nostro cervello stia effettuando una sorta di “verifica dei fatti” della nostra memoria. Ma […]
Deja vu e jamais vu come la mente percepisce la realta