Déjà vu e jamais vu: come la mente percepisce la realtà

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Esistiamo in una realtà dove talvolta il passato sembra irrompere nel presente, dando vita a un déjà vu, una sensazione che il momento attuale sia già stato vissuto.

Deja vu e jamais vu come la mente percepisce la realta
Foto@Pixabay

In questo strano intermezzo, sembra quasi che il nostro cervello stia effettuando una sorta di “verifica dei fatti” della nostra memoria. Ma avete mai sperimentato il fenomeno opposto, il “jamais vu”? Gli scienziati ci guidano in un viaggio attraverso questo enigma della mente umana.

Un’occhiata più da vicino al déjà vu

Le recenti scoperte nel campo della psicologia e delle neuroscienze ci permettono di comprendere meglio non solo il déjà vu, ma anche il suo enigmatico contrario. Il déjà vu sorge da una desincronizzazione tra il nostro sistema di riconoscimento delle situazioni e la realtà che ci circonda, offrendoci una finestra unica sul funzionamento della memoria umana.

Alla scoperta del “jamais vu”

Al contrario, il “jamais vu” accade quando ci troviamo di fronte a qualcosa di conosciuto che improvvisamente percepiamo come estraneo o inedito. Gli esperti stanno iniziando ad esplorare più profondamente questo fenomeno, cercando di gettare luce sulle meccaniche che lo guidano.

Ad esempio, un musicista potrebbe trovarsi a suonare un brano noto, per poi percepirlo all’improvviso come nuovo e inesplorato. Allo stesso modo, potrebbe capitare di visitare un luogo familiare e avvertire una sensazione di freschezza e novità, come se lo si vedesse per la prima volta.

Approfondimenti e ricerche sul fenomeno

Recenti studi hanno cercato di sondare la profondità del “jamais vu”, un fenomeno decisamente più raro e inquietante rispetto al déjà vu. Gli individui che lo sperimentano raccontano di una sorta di perdita di familiarità, accompagnata da una sensazione di estraneità, anche se l’oggetto o la situazione in questione è ben conosciuto.

Durante alcune ricerche, è stato chiesto ai partecipanti di scrivere ripetutamente la stessa parola, fino a raggiungere un punto in cui la parola perdeva il suo significato originale. Interessantemente, circa il 70% dei partecipanti ha iniziato a esperire il “jamais vu” dopo solo un minuto di questa attività.

Un enigma centenario

Sebbene questo fenomeno possa sembrare una recente scoperta, in realtà è stato oggetto di indagine per oltre un secolo. Già nel 1907, Margaret Floy Washburn aveva osservato una “perdita di forza associativa” nelle parole, gettando le basi per le ricerche odierne.

Conclusioni

Mentre il déjà vu rimane una verifica della nostra memoria, il “jamais vu” rappresenta una sorta di reset, un momento in cui la familiarità viene messa da parte, permettendoci di vedere il mondo con “occhi nuovi”. Pur continuando a rappresentare un mistero per gli scienziati, il “jamais vu” ha aperto una nuova via per comprendere le complessità della memoria e della percezione umana.

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