Antonio Cannavacciulo: che gavetta per diventare famoso

VEB

Oggi è una star indiscussa della cucina ed anche della televisione, dove mostra la sua arte ed aiuta ristoratori in difficoltà a risollevare le proprie attività alla deriva, eppure prima di raggiungere la posizione odierna ha dovuto affrontare una lunga gavetta, che non gli ha certo lesinato momenti ed esperienze anche molto dure.

Un metro e 91 per 140 chili, aria burbera, occhi verdi, Antonino Cannavacciulo è uno chef di fama internazionale, e i clienti bramano di poter cenare nel suo ristorante, Villa Crespi, un palazzo moresco con minareto tra il Sacro Monte e il lago d’Orta.

Eppure gli esordi sono stati durissimi: «Sono andato a lavorare in cucina a 13 anni e mezzo. La notte tornavo a casa con spalle e braccia blu per le mazzate che mi rifilava uno chef. Mia mamma voleva protestare. Mio padre disse: “Se gliele ha date, significa che se le meritava”. Ora quello chef lo arresterebbero per maltrattamenti. A me è servito».

E anche suo padre era molto duro con lui: “Da ragazzino mi veniva la febbre per la fatica, e mio padre mi mandava a dormire in macchina. Solo una volta mi portò in ospedale perché avevo le gambe gonfie appunto come prosciutti“.

Un’adolescenza e una giovinezza dura, ma che gli sono certamente servite nella sua carriera che gli ha già fruttato 2 stelle Michelin, 3 forchette della Guida Gambero Rosso nel 2003 e 3 cappelli della Guida de L’Espresso.

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