Una nuova e preoccupante tendenza su TikTok sta facendo discutere utenti, esperti e forze dell’ordine: si chiama “Apple Pay prank”, e consiste nel fingere di sottrarre denaro tramite il servizio di pagamento contactless Apple Pay, allo scopo di suscitare reazioni estreme da parte di sconosciuti ripresi di nascosto.
Se da un lato l’obiettivo è creare contenuti virali e “divertenti”, dall’altro emergono seri rischi legati alla sicurezza personale, alla privacy e alla legalità di questi scherzi, che in alcuni casi sono già sfociati in episodi di violenza e aggressione nei confronti dei creator.

Come funziona lo scherzo “Apple Pay” e perché è fuorviante
Lo schema è semplice ma ingannevole: un adolescente si avvicina a un passante, chiede l’ora o trova una scusa per farsi mostrare il telefono, e a quel punto riproduce l’audio tipico del pagamento Apple Pay, simulando un furto digitale. La vittima, ignara del trucco, reagisce spesso con rabbia o confusione.
In realtà, come chiarito da Apple sul proprio sito ufficiale, non è possibile trasferire denaro o effettuare pagamenti semplicemente avvicinando due telefoni. Il sistema di Apple Pay richiede un terminale POS, l’autenticazione tramite Face ID o Touch ID, e specifici protocolli di sicurezza (fonte: Apple – Come funziona Apple Pay).
Tuttavia, il realismo dell’audio inganna molte persone, generando reazioni pericolose.
Quando uno scherzo diventa una minaccia: due casi in Australia
In un episodio recente, documentato da video virali su TikTok e segnalato da GQ Australia e News.com.au, un adolescente ha provato lo scherzo in un supermercato Kmart ad Adelaide, avvicinandosi a un uomo anziano con i dreadlocks.
Alla riproduzione del suono di Apple Pay, l’uomo si è infuriato e ha reagito fisicamente, cercando di strappare il telefono dalle mani del ragazzo, che ha subito fatto marcia indietro tra scuse e panico. Il video, che ha superato le 900.000 visualizzazioni, si interrompe bruscamente senza mostrare la conclusione dell’alterco.
In un secondo caso, lo stesso creator ha replicato lo scherzo in un supermercato Woolworths. Dopo aver finto di “prelevare 20 dollari” con il proprio telefono, è stato inseguito da un cliente visibilmente contrariato, terminando la fuga in un vicolo cieco.
Perché questi scherzi possono essere pericolosi
Secondo esperti di cybersicurezza e comportamento sociale, queste tendenze mettono a rischio non solo chi le subisce, ma anche gli stessi autori dei video. Simulare un furto o un comportamento illegale può infatti:
- provocare reazioni aggressive o difensive da parte delle vittime,
- sfociare in denunce per molestie o turbamento dell’ordine pubblico,
- violare le norme sulla privacy, filmando sconosciuti senza consenso.
Come sottolinea il portale di educazione digitale Common Sense Media, scherzi che si basano su inganno e umiliazione sono potenzialmente dannosi e possono avere conseguenze legali concrete, soprattutto quando coinvolgono adulti ignari o spazi pubblici.
Reazioni del pubblico: tra divertimento e indignazione
I commenti sotto i video appaiono divisi: alcuni li considerano “stupidi ma innocui”, mentre altri evidenziano la pericolosità del trend.
“Questi scherzi stanno andando troppo oltre”, ha scritto un utente.
“Un giorno qualcuno reagirà in modo incontrollato”, ha commentato un altro.
“Se pensassi davvero che qualcuno ha preso i miei soldi, reagirei allo stesso modo”.
Il pubblico chiede maggiore responsabilità da parte dei creator, invitando a limitare gli scherzi a contesti sicuri e consenzienti.
Un trend in crescita: dal falso Apple Pay ai “gemiti nelle orecchie”
Il creator autore degli scherzi ha diffuso anche un’altra tipologia di contenuto, definita “moaning prank”: si avvicina a sconosciuti nei negozi e riproduce suoni fastidiosi o gemiti nelle loro orecchie per registrarne la reazione. Anche questo formato è stato criticato per la sua invasività e per l’alto potenziale di creare tensione e imbarazzo.
Conclusione: tra viralità e responsabilità
Le tendenze virali come il falso Apple Pay prank mettono in luce il sottile confine tra contenuto “divertente” e comportamento potenzialmente dannoso o illegale. I social media sono strumenti potenti, ma vanno usati con consapevolezza, rispetto e responsabilità.
Anziché cercare la viralità a tutti i costi, è importante che i creator – soprattutto i più giovani – comprendano le implicazioni sociali e legali delle proprie azioni, scegliendo di intrattenere senza nuocere.
Fonti autorevoli:
- Apple – Come usare Apple Pay in sicurezza
- GQ Australia – Scherzi virali e reazioni pericolose
- Common Sense Media – Prank culture and youth safety
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