A Sassari si è svolto un bellissimo convegno di Archeoastronomia.
L’Archeoastronomia non è una scienza nuova, tuttavia non tutti la conoscono.
Si conosce di più ovviamente, l’astronomia in quanto tale, e qualche volta anche la storia dell’astronomia, ma raramente ci si addentra nel mondo della storia antica fino a cercarne e scoprirne i risvolti di natura astronomica e astrologica.
Gli antichi Egizi, gli Incas, le popolazioni mesopotamiche, le civiltà dell’Egeo, gli abitanti preistorici dell’Irlanda e dell’Inghilterra: tutti questi in qualche maniera legavano la vita terrena a quella del cielo.
E conseguentemente lo studiavano e accordavano la loro vita agli eventi celesti.
Anche alcuni siti archeologici sardi sarebbero legati alla misurazione del tempo, al ciclo delle stagioni, ai solstizi e altro.
Di questo si è parlato al Quinto convegno di Archeoastronomia tenutosi nei giorni scorsi a Sassari presso il Polo Bionaturalistico universitario di Piandanna.
Stavolta si è parlato della misura del tempo. Come riferimento sono state prese due strutture monumentali, quella nuragica di S’arcu e is Forros a Villagrande Strisaili e quella di neolitica di Is Cirquittis a Laconi.
E’ stato il dottor Michele Forteleoni a illustrare la ricerca, realizzata con l’aiuto di tecnologie modernissime, come i droni per le riprese dall’alto, nonché il Gps per i rilievi.