Quando si parla di civiltà perdute e misteri sommersi, la mente corre subito al mito di Atlantide. Ma forse non tutti sanno che anche il Giappone custodisce un enigma sottomarino che affascina studiosi e appassionati di tutto il mondo: le misteriose strutture di Yonaguni, spesso definite la “Atlantide giapponese”.

Dove si trova Yonaguni e perché è così famosa?
All’estremo sud-ovest dell’arcipelago delle Ryukyu, a circa 100 chilometri dalle coste di Taiwan, sorge la piccola isola di Yonaguni. Con meno di 2.000 abitanti e un paesaggio incontaminato, questa località remota nasconde però un segreto nelle profondità del suo mare: una vasta formazione rocciosa sommersa che somiglia incredibilmente a una città antica.
La scoperta risale al 1986, quando il subacqueo locale Kihachiro Aratake, durante un’immersione alla ricerca di squali martello, si imbatté casualmente in quelle che sembravano rovine scolpite. Colpito dall’aspetto della struttura, decise inizialmente di non rivelare a nessuno la sua scoperta, intuendone il potenziale valore archeologico e culturale.
Un’opera umana o il frutto della natura?
Le formazioni di Yonaguni si estendono per circa 50 metri di lunghezza e 20 di larghezza. Presentano spigoli netti, superfici perfettamente piane, scalinate e sporgenze che ricordano architetture antiche. Questo ha alimentato per anni il dibattito tra chi le considera il prodotto di un’antica civiltà e chi invece ne attribuisce l’origine a fenomeni geologici naturali.
Tra i principali sostenitori dell’ipotesi artificiale troviamo il geologo giapponese Masaaki Kimura, convinto che le strutture rappresentino i resti di una civiltà perduta risalente a 2.000-3.000 anni fa. Secondo Kimura, si tratterebbe di un complesso urbano sommerso, forse collegato al leggendario continente di Lemuria.
Anche l’autore Graham Hancock, noto per le sue teorie alternative sull’origine delle civiltà antiche, ha espresso opinioni simili durante un’intervista nel celebre podcast “The Joe Rogan Experience”.
L’opinione della scienza
La comunità scientifica, tuttavia, si mostra più cauta. Il professor Robert Schoch della Boston University ha spiegato in un’intervista al National Geographic che le formazioni sono perfettamente compatibili con processi di erosione naturale. Secondo il geologo, la particolare conformazione è dovuta alla stratificazione dell’arenaria, che in zone con forte attività tettonica tende a fratturarsi lungo linee regolari, generando strutture geometriche sorprendenti.
Il mistero rimane irrisolto
Nonostante le numerose teorie e gli studi condotti nel corso degli anni, il “monumento di Yonaguni” resta ancora avvolto nel mistero. È una meraviglia naturale dalla forma eccezionalmente ordinata? Oppure siamo davvero di fronte ai resti sommersi di una civiltà dimenticata?
La risposta definitiva, per ora, non c’è. Ma proprio questo alone di incertezza continua ad attrarre viaggiatori, ricercatori e curiosi da ogni parte del mondo, rendendo Yonaguni uno dei luoghi più enigmatici e affascinanti dell’intero Giappone.