Le prostitute in Belgio avranno accesso ai contributi pensionistici e al congedo di maternità.
Secondo una nuova legge sul lavoro che entrerà in vigore nei prossimi mesi, le lavoratrici del sesso in Belgio potranno ricevere contributi pensionistici e altri benefici, come il congedo di maternità, dai proprietari di bordelli.
Storicamente, le autorità belghe hanno avuto un atteggiamento generalmente tollerante verso il lavoro sessuale. Sebbene la prostituzione non sia mai stata criminalizzata, era illegale fino al 2022 adescare clienti per strada, affittare un appartamento a una prostituta per un atto sessuale o gestire un bordello.
All’inizio di maggio, il parlamento belga ha approvato una legge pionieristica nel suo genere. Questa legislazione permetterà alle lavoratrici del sesso di avere contratti di lavoro regolari, offrendo loro benefici come assicurazione sanitaria, ferie, congedo di maternità e sussidi di disoccupazione in caso di licenziamento o abbandono del lavoro.
La legge riconosce il diritto delle lavoratrici del sesso di rifiutare clienti, di non svolgere determinati atti e di interrompere il lavoro in qualsiasi momento. Inoltre, vieta la gestione di bordelli ufficiali a persone condannate per reati gravi.
Durante la pandemia di Covid-19, il lavoro sessuale è stato vietato per motivi di salute pubblica, il che ha portato a una spinta per regolamentare il settore a livello nazionale.
In Irlanda, invece, nel 2017 è stato adottato il modello svedese, che criminalizza l’acquisto di servizi sessuali, spostando l’attenzione della polizia sui clienti e sui proprietari di bordelli anziché sulle lavoratrici del sesso.
Questo approccio è stato fortemente contestato dalle organizzazioni che rappresentano le lavoratrici del sesso, le quali sostengono che tale legge spingerebbe ulteriormente l’industria nella clandestinità.
