Gran parte delle affermazioni fatte sul Deep Web sono infondate e servono principalmente a spaventare coloro che non sono ben informati.
Il Deep Web è descritto come la parte più nascosta e misteriosa di Internet, piena di misteri, miti e leggende che hanno alimentato l’immaginazione collettiva per anni, fin dalla diffusione di Internet.
Nonostante ciò, molte di queste affermazioni sono semplicemente false.
Ecco alcuni dei miti più comuni:
- “SERVE UN SOFTWARE SPECIALE PER ACCEDERE AL DEEP WEB.” Spesso si sente dire che l’accesso al Deep Web richiede software e strumenti speciali. In realtà, non è così. Nonostante non sia consigliato accedere a questa parte di Internet, in teoria è sufficiente un browser dedicato, come Tor, per raggiungere i siti nascosti del Deep Web.
- “IL DEEP WEB È CONTROLLATO DA CRIMINALI“. Si crede che il Deep Web, ospitando siti usati per attività illecite, sia gestito da criminali. In realtà, la maggior parte di esso è in mano a persone con buone intenzioni, che usano la privacy offerta da questo strato di Internet per scopi come la divulgazione di documenti governativi segreti.
- “DEEP WEB E DARK WEB SONO LA STESSA COSA.” Molti confondono il Deep Web con il Dark Web, pensando che siano identici. Tuttavia, ci sono differenze significative. Mentre il Dark Web si concentra su siti che sfruttano segretezza e anonimato per scopi illeciti, il Deep Web non è necessariamente usato per attività criminali.
- “GLADIATORI MODERNI.” Si narra che nel Deep Web ci siano trasmissioni live di combattimenti mortali per il divertimento di un pubblico oscuro. Tuttavia, non ci sono prove concrete che supportino queste affermazioni.
- ASSASSINI A PAGAMENTO. Un altro mito famoso riguarda la facilità di assumere sicari sul Deep Web. Sebbene possano esistere annunci di questo tipo, non è chiaro se siano autentici.
- È ILLEGALE ACCEDERE AL DEEP WEB? Accedere al Deep Web di per sé non è un reato nella maggior parte dei paesi. Tuttavia, le attività a cui si partecipa possono essere illegali e portare all’attenzione delle forze dell’ordine. La decisione di accedere dipende dal singolo utente.
