Cancro al seno consigli e nuove cure per le metastasi

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Il carcinoma mammario metastatico è normalmente un tumore estremamente aggressivo, la metastasi richiede l’unione di più fattori omeostatici e di programmi cellulari, molti dei quali sono potenziali bersagli terapeutici. La luteolina che è un flavonoide presente in natura presente in frutta e verdura che presenta molte proprietà antitumorali. La luteina ostruisce la metastasi attraverso meccanismi diretti e indiretti. Per esempio, la luteolina può sopprimere l’invasione del cancro al seno agendo come una produzione di VEGF un inibitore terapeutico antiangiogenico e l’attività del suo recettore. Inoltre, la luteolina diminuisce i marcatori di transizione epiteliale-mesenchimale e la propensione metastatica.
Il cancro al seno è la tipologia di tumore invasiva più comune nelle donne ed è la seconda causa principale di morte per cancro nelle donne dopo il cancro del polmone. I progressi nello screening e nel trattamento hanno aumentato in maniera molto netta i tassi di sopravvivenza dal 1989. Pensiamo che ad esempio negli Stati Uniti ci sono circa 3,1 milioni di persone che riescono a superare il cancro al seno, oggi ad esempio la possibilità che una donna muoia di cancro al seno è di circa 1 su 37, pari al 2,7%.

Se ne parla fin troppo poco, eppure i numeri non sono certo trascurabili: in Italia, il tumore al seno metastatico colpisce attualmente circa 30.000 pazienti. Il 5-10% dei 50.000 nuovi casi annui di tumore al seno è in fase metastatica al momento della diagnosi, e circa il 30% delle pazienti cui è stato diagnosticato un tumore al seno in fase precoce dovrà poi affrontare questa evoluzione.

Secondo una ricerca americana condotta in 13 Paesi (Global status of advanced MBC – 2005-2015), nel 55-80% dei casi, le donne con tumore al seno metastatico si sentono spaventate, confuse, depresse, arrabbiate. In Italia, secondo una ricerca condotta da Europa Donna nel 2015, oltre la metà delle pazienti si sente abbandonata e sola, non sente di ricevere l’attenzione che meriterebbe né da media e istituzioni né dal personale sanitario.

Il tumore al seno metastatico, detto anche carcinoma mammario IV stadio, è un tumore che dalla sua sede primaria – il seno – si è diffuso in altre parti del corpo distanti, attraverso le vie linfatiche e i vasi sanguigni. Gli organi più colpiti sono le ossa, i polmoni, il fegato e il cervello.

La diagnosi di carcinoma mammario metastatico può essere fatta già d’esordio oppure a distanza di tempo a causa della ripresa di malattia dopo l’asportazione del tumore primario e eventuale terapia adiuvante.
Il carcinoma mammario infatti può ripresentarsi anche dopo che la paziente è stata sottoposta a intervento chirurgico con o senza terapia adiuvante. Questo termine indica qualsiasi trattamento somministrato dopo l’intervento chirurgico, sia essa radioterapia o chemioterapia oppure ormonoterapia.

I sintomi del tumore alla mammella avanzato dipendono dalle dimensioni della massa tumorale e dalla sede delle metastasi. Non sempre, peraltro, questa condizione clinica provoca sintomi chiari: alcune donne con tumori avanzati non hanno alcun disturbo e le metastasi vengono individuate nel corso di un esame radiografico o altri controlli di routine.

Per fortuna, i dati disponibili ci dicono che l’aspettativa di vita delle donne colpite, che prima era intorno ai 2 anni al massimo, è decisamente aumentata di almeno un anno. Al contempo, la qualità di vita è nettamente migliorata nell’ultimo decennio, grazie a trattamenti sempre meno tossici che consentono alle pazienti di svolgere al meglio le attività quotidiane e di lavorare.

Un ulteriore speranza viene anche da un trattamento nuovo e rivoluzionario che ha appena salvato la vita ad una donna: una donna di 49 anni è la prima persona con carcinoma mammario avanzato e metastasi in altri organi che ha visto scomparire tutti i suoi tumori grazie all’immunoterapia.

Questi nuovi trattamenti che addestrano il sistema immunitario del paziente a imparare a riconoscere e uccidere le cellule cancerose funzionano soprattutto nei tumori che accumulano molte mutazioni genetiche in breve tempo, come il melanoma ei tumori polmonari causati dal tabacco.

La fattibilità di questo approccio terapeutico è stata dimostrata dal gruppo di Steven Rosenberg del National Institutes of Health di Bethesda in Maryland. I linfociti T della donna sono stati in grado di eliminare completamente il tumore e tutte le metastasi, offrendole una chance di cura laddove tutte le terapie convenzionali somministrate precedentemente avevano fallito.

“Abbiamo sviluppato un metodo molto efficace per identificare le mutazioni presenti in un tumore che sono riconosciute dal sistema immunitario – spiega Rosenberg -. Questa ricerca è sperimentale in questo momento, ma poiché questo nuovo approccio all’immunoterapia dipende dalle mutazioni, non dal tipo di cancro, è in un certo senso un progetto che possiamo usare per molti tipi di tumore”.

Il risultato della ricerca è stato pubblicato sulla rivista scientifica ‘Nature Medicine’ nella quale si legge che la donna, senza ulteriori terapie, è libera dalla malattia da circa 2 anni.

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