Pandemie influenzali le prossime potrebbero provenire dai cani

VEB

Negli ultimi giorni la voce di una possibile pandemia influenzale che potrebbe provenire dai migliori amici dell’uomo: i cani, si sta facendo sempre più concreta. Martedì scorso, i ricercatori hanno riferito di aver identificato un nuovo ceppo di influenza aviaria, chiamato H1N1, in cani provenienti dalla Cina meridionale, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che nel 2009 una pandemia di influenza suina ha avuto lo stesso nome. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie stimano che l’ influenza suina del 2009 abbia colpito oltre 60 milioni di persone negli Stati Uniti e abbia ucciso di più di 12.000.

Gli esperti delle malattie infettive, attraverso diversi studi, hanno più volte dimostrato che gli animali sono la causa dell’insorgenza di nuovi virus influenzali negli esseri umani.

Esempio lampante fu l’epidemia del 1918, quando si diffuse la “Grande Influenza”, soprannominata anche “spagnola”, che uccise migliaia di persone e si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo.

Allora e per i secoli successivi gli esperti non riuscirono a capire l’origine esatta del virus. Solo nel 2015 gli esperti sono stati in grado di collegare le origini e l’evoluzione della pandemia del 1918 con i virus che circolano negli animali, in particolare quelli degli uccelli e dei maiali.

Proprio come era stato attestato per altre epidemie, le origini della pandemia del 1918 sono quindi rintracciabili in natura.

Oggi è noto che il 60 per cento delle malattie infettive umane è stata diffuso dagli animali. Negli ultimi vent’anni, tale consapevolezza ha portato a maggiori sforzi nella sorveglianza dell’influenza in tutto il mondo e all’identificazione di numerosi altri virus influenzali che minacciano la salute pubblica.

Gli scienziati tengono quindi costantemente sotto controllo la diffusione dei vari ceppi, così da poter anticipare e scongiurare una futura pandemia.

Fino ad oggi uccelli e suini sono stati considerati il veicolo potenzialmente più pericoloso ma, un nuovo studio condotto dall’equipe del professor Adolfo Garcia-Sastre, della Icahn School of Medicine a Mount Sinai, New York City, ha esteso tale capacità infettiva anche alla specie canina.

Nello specifico, la ricerca della Icahn School of Medicine, pubblicata sulla rivista mBio, ha analizzato il DNA di 16 virus dell’influenza prelevati tra il 2013 e il 2015 da cani della Cina meridionale: è emerso che l’animale potrebbe appunto rappresentare un grande rischio per future pandemie.

“In questo studio abbiamo identificato virus dell’influenza che sono saltati dai maiali ai cani”, ha spiegato Garcia-Sastre. “Abbiamo scoperto nei cani un’altra classe di virus che viene dai suini e che ha origine negli uccelli e che adesso sta subendo riassortimenti con altri virus canini. Ora nei cani abbiamo i ceppi H1N1, H3N2 e H3N8 e stanno iniziando a interagire tra loro: ricorda molto quello che è accaduto nei maiali con la pandemia di dieci anni fa”.

I virus delle influenze canine (CIV) isolati nel corso dello studio sono stati trovati principalmente su cani da compagnia ricoverati presso cliniche veterinarie a seguito di sintomi respiratori. Altri, tuttavia, erano presenti nei capi di allevamento utilizzati per la carne, e in esemplari randagi.

«Maiali e uccelli rimangono i primi sospettati di aver veicolato il virus influenzale pandemico umano», ha spiegato Amesh Adalja, infettivologo della Johns Hopkins University e portavoce della Infectious Diseases Society of America. «Sapere che i cani potrebbero contribuire a farci ammalare è importante per prepararsi alla prossima pandemia, perché non sappiamo esattamente cosa sarà quel virus», ha concluso.

Gli esperti hanno quindi invitato le autorità competenti a non abbassare la guardia e anzi, ove possibile, dare immediato seguito a iniziative in grado di bloccare o quanto meno rallentare la circolazione dell’influenza tra i cani e l’uomo. Una possibile soluzione, conclude lo studio, potrebbe esser quella di imporre ai proprietari di cani la vaccinazione anti-influenzale del proprio animale domestico.

Next Post

Insalata in commercio, il pericolo salmonella enterica arriva in Europa

Già in precedenza abbiamo parlato delle cinque persone che sono morte per aver mangiato lattuga contaminata da batteri negli Stati Uniti, un totale di 197 casi sono stati registrati in 35 stati degli USA che sono dovuti all’insalata Romana contaminata, come annunciato dal CDC delle autorità sanitarie statunitensi, il primo […]
Insalate miste pericolo contaminazione da salmonella enterica