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Il numero 137: perché affascina fisici, mistici e studiosi da oltre un secolo?

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Il numero 137 non è un semplice numero primo: è una delle costanti fondamentali più enigmatiche della fisica moderna. Conosciuta come costante di struttura fine (in inglese fine-structure constant), rappresenta la forza dell’interazione elettromagnetica tra particelle elementari cariche, come elettroni e protoni. Il suo valore approssimato è 1/137, ed è privo di dimensioni fisiche, un fatto che lo rende ancora più misterioso.

Il numero 137 perché affascina fisici mistici e studiosi da oltre un secolo

L’origine scientifica: Sommerfeld e la meccanica quantistica

La costante di struttura fine fu introdotta nel 1916 dal fisico tedesco Arnold Sommerfeld per correggere il modello atomico di Bohr, che non teneva conto degli effetti relativistici e dello spin dell’elettrone. Sommerfeld inserì questo parametro nelle sue equazioni, basandosi su costanti universali come la carica dell’elettrone, la costante di Planck e la velocità della luce. Da quel momento, la costante di struttura fine è diventata centrale in molte equazioni della meccanica quantistica, come quelle che descrivono l’emissione di fotoni, l’effetto Lamb, l’effetto Casimir e l’anomalia del momento magnetico dell’elettrone [NIST – Physical Constants].

Il mistero irrisolto: perché proprio 137?

Nonostante la sua importanza, nessuna teoria fisica è riuscita a spiegare perché la costante abbia quel valore preciso. Si tratta di un dato empirico, determinato solo sperimentalmente. Questa ambiguità ha affascinato scienziati del calibro di Richard Feynman, Wolfgang Pauli e Werner Heisenberg.

Feynman definì il 137 “un numero magico”, suggerendo di appenderlo nei laboratori come fonte di ispirazione. Pauli, ossessionato dal numero, discuteva spesso con Carl Gustav Jung le possibili connessioni tra la fisica e la mistica, compresa la cabala ebraica. Morì ironicamente in una stanza d’ospedale contrassegnata proprio dal numero 137.

Teorie alternative e speculative

Nel tentativo di svelare il significato di 137, numerosi ricercatori hanno proposto collegamenti con:

  • La teoria delle stringhe e modelli di fisica delle alte energie
  • Strutture matematiche complesse come la geometria iperbolica o la teoria dei gruppi
  • Approcci esoterici, dalla numerologia alla mistica religiosa

Nessuna di queste ipotesi ha ottenuto riscontro scientifico, ma continuano ad alimentare un dibattito vivo tra scienza e filosofia [Nature – The constant that defies explanation].

L’enigma archeologico: il 137 nelle piramidi di Giza?

Il ricercatore italiano Armando Mei ha ipotizzato che il numero 137 compaia nei rapporti geometrici delle tre grandi piramidi di Giza. Secondo i suoi studi, la piramide di Chefren esprimerebbe un rapporto tra altezza e perimetro pari a 137, trasformando le unità di misura moderne nel cubito reale egizio. Secondo Mei, questo non sarebbe un caso: gli antichi egizi avrebbero posseduto conoscenze avanzate di fisica quantistica codificate nella loro architettura monumentale.

Anche la piramide di Cheope e quella di Micerino mostrerebbero rapporti matematici che corrispondono a costanti fisiche fondamentali. Tuttavia, queste teorie non sono riconosciute dalla comunità scientifica ufficiale e restano nel campo delle speculazioni [The British Museum on Ancient Egyptian Units].

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