Capelli, scoperta la formula per poterli avere sempre forti e vitali

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I fattori che determinano i problemi di capelli e che possono sfociare nella possibile conseguente caduta dei capelli, possono essere molteplici: se infatti perdere fino a 100 capelli al giorno è normale, oltre diventa problematico.

Le ragioni che solitamente portano a perdere un maggior numero di capelli possono essere legate a problemi ormonali, stress psichico, cambio stagionale o per uno scarso apporto di nutrienti fondamentali per avere una capigliatura sana.

Di fronte alle anomalie più comuni come capelli secchi, grassi o problemi del cuoio capelluto è possibile intervenire con trattamenti efficaci, rivolgendosi a specialisti esperti del settore che consiglieranno di effettuare i dovuti controlli.

Dinanzi a problemi più seri come alopecia, psoriasi o follicolite sarà fondamentale la tempestività con cui si affronta la patologia in essere, oltre alla qualità dei test grazie ai quali è possibile esaminare il capello ed il cuoio capelluto. Ogni paziente deve essere valutato con esami specifici come: il tricogramma, il mineralogramma, il pull-test o il washtest al fine di individuare trattamenti personalizzati.

Ma una vera e propria rivoluzione è alle porte: è stato infatti scoperto il meccanismo cellulare che regola la vitalità dei capelli. Si tratta dell’autofagia, cioè quella sorta di autocannibalismo con cui le cellule fanno pulizia al loro interno smaltendo materiali tossici o danneggiati.

Capelli scoperta la formula per poterli avere sempre forti e vitali

Stimolare questo processo a livello dello scalpo prolunga la fase di benessere e accrescimento del capello e potrebbe dunque rallentare la calvizie, anche quella causata da farmaci come la chemioterapia.

In una ricerca appena pubblicata sulla rivista Plos Biology, il gruppo di Benedetto Grimaldi dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia a Genova, in collaborazione con l’Università di Manchester, ha individuato un esempio di  autofagia nell’uomo la quale è collegata alla vitalità di un particolare organo del corpo: il follicolo umano dei capelli.

La scoperta ha risvolti nel campo cosmetico per individuare trattamenti per i capelli, ma anche oncologico: i “capelli di laboratorio” rappresentano un modello preclinico per valutare direttamente sull’uomo l’efficacia di nuovi composti terapeutici per la cura e la prevenzione dei tumori.

Grazie all’autofagia le cellule intrappolano all’interno di vescicole le sostanze tossiche prodotte a seguito di un’esposizione ad agenti chimici, come per esempio i farmaci, o ambientali come le radiazioni ultraviolette, per poi degradarle in materiale non tossico che possono utilizzare come nutrimento.

I ricercatori hanno osservato due situazioni differenti. Da una parte, hanno rimosso il meccanismo dell’autofagia con modifiche genetiche delle cellule dei capelli e in queste condizioni hanno notato un velocizzarsi della fase di invecchiamento e di morte. Dall’altra parte, hanno analizzato l’azione di alcune sostanze naturali in grado di aumentare il processo autofagico nel capello, riscontrando un prolungamento della durata della fase di benessere e accrescimento. In particolare, i ricercatori hanno utilizzato una delle sostanze che nei modelli animali mimano gli effetti di “pro-longevità” scaturiti durante la restrizione calorica, evidenziando così che anche nell’uomo l’autofagia ha un’azione di anti-invecchiamento.

Tale meccanismo, quindi, oltre ad avere un ruolo protettivo nei confronti di diverse patologie, quali malattie cardiovascolari, disordini neurodegenerativi e sviluppo di tumori, si osserva a livelli aumentati durante un regime alimentare di restrizione calorica, che prolunga la vitalità di molti animali, suggerendo una connessione tra autofagia e prolungamento della durata della vita.

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