Le rivelazioni enigmatiche riguardanti la superficie marziana continuano a sorprendere gli osservatori terrestri.
Scott Waring, rinomato per le sue teorie ufologiche e per le sue ricerche archeologiche digitali, ha recentemente divulgato un’inaspettata scoperta.
Avrebbe individuato dei “resti di antichi molluschi” su Marte. Questa rivelazione ha riacceso l’interesse della comunità scientifica e degli appassionati di fenomeni spaziali verso il Pianeta Rosso, con Waring che asserisce che il suo ritrovamento potrebbe attestare l’esistenza di vasti oceani in epoche remote su Marte.
Il reperto individuato da Waring ha un diametro approssimativo di un metro e pare essere in uno stato di conservazione nettamente peggiore rispetto ai fossili di molluschi terrestri, datati oltre 500 milioni di anni fa. Questo potrebbe suggerire che Marte ospitava, in passato, un vasto specchio d’acqua in grado di supportare forme di vita.
Waring, tra i protagonisti nelle indagini marziane, esprime con entusiasmo le sue convinzioni. È dell’opinione che ritrovamenti come questo attestino in maniera inequivocabile la presenza di vita in passato su Marte. Ha inoltre avanzato l’ipotesi che con tecniche innovative e un approccio moderno alla ricerca, si potrebbero fare ulteriori scoperte sorprendenti sul pianeta.
Concludendo, Waring ha proposto un pensiero stimolante: ritiene che, se il pubblico avesse la possibilità di gestire un rover, anche solo per un anno, potrebbe raggiungere risultati più significativi rispetto a quanto ottenuto dalla NASA in oltre mezzo secolo di ricerche.
Fonte@UfoSightingsDaily