Per decenni, l’idea che alcune persone siano “più logiche” perché usano il lato sinistro del cervello, mentre altre siano “più creative” grazie all’emisfero destro, ha conquistato l’immaginario collettivo. Questa teoria, ampiamente diffusa in ambito educativo, psicologico e perfino nei quiz online, ha semplificato la complessità del cervello umano in una dicotomia affascinante ma fuorviante.

Da dove nasce il mito?
Le origini di questa credenza risalgono alle ricerche del neuropsicologo Roger Sperry, insignito del Premio Nobel per la Medicina nel 1981. Studiando pazienti sottoposti a interventi di separazione del corpo calloso (la struttura che collega i due emisferi cerebrali), Sperry scoprì che le due metà del cervello hanno effettivamente specializzazioni funzionali. L’emisfero sinistro risultava più coinvolto in attività linguistiche e analitiche, mentre quello destro eccelleva nell’elaborazione visiva, spaziale ed emozionale Fonte: NobelPrize.org.
Tuttavia, con il passare del tempo, queste osservazioni sono state semplificate in una teoria rigida e assoluta: che ogni individuo abbia un emisfero dominante che ne definisce la personalità.
Cosa dicono oggi le neuroscienze?
La scienza moderna ha smontato questa visione dicotomica. Uno studio fondamentale del 2013 condotto dalla University of Utah, che ha analizzato le immagini cerebrali di oltre 1.000 persone, non ha trovato alcuna evidenza che un emisfero sia predominante nell’elaborazione cognitiva quotidiana. Entrambi i lati del cervello lavorano in modo integrato e cooperativo, indipendentemente dalla personalità o dal tipo di pensiero di un individuo Fonte: National Institutes of Health.
In effetti, anche le attività più apparentemente “creative”, come comporre musica o dipingere, richiedono logica, analisi e pianificazione, che coinvolgono circuiti cerebrali distribuiti su entrambi gli emisferi. Allo stesso modo, attività “logiche” come la matematica o la programmazione non possono prescindere da intuizione e creatività.
Perché il mito persiste?
La popolarità della teoria deriva in gran parte dalla sua semplicità e dal bisogno umano di categorizzare. Libri di auto-aiuto, test della personalità e modelli educativi hanno rafforzato questa visione binaria del cervello. Ma tali approcci ignorano l’incredibile complessità della mente umana.
La realtà, come dimostrano numerosi studi pubblicati su riviste peer-reviewed come Nature Reviews Neuroscience (Fonte), è che le funzioni cerebrali sono distribuite in reti neurali interconnesse, che attraversano l’intero cervello. Questo vale per il linguaggio, la memoria, la risoluzione dei problemi e persino per le emozioni.
Logica e creatività: un connubio inseparabile
Pensare che logica e creatività siano opposte è una falsa dicotomia. Gli individui più brillanti in qualsiasi campo — dalla scienza all’arte — dimostrano che il pensiero critico e l’intuizione sono competenze complementari. Ad esempio, uno scienziato visionario deve saper analizzare dati e al contempo immaginare scenari innovativi; un artista, per realizzare la propria visione, deve padroneggiare tecnica, proporzioni e struttura.
Conclusione: superare l’illusione della “mente divisa”
Etichettare le persone come “cervello sinistro” o “cervello destro” è una semplificazione fuorviante. Sebbene alcune funzioni siano effettivamente lateralizzate, il cervello funziona come un sistema unitario e dinamico, dove logica, emozione, linguaggio e creatività sono il risultato di una sinergia complessa tra regioni cerebrali.
La prossima volta che sentirai dire che sei “più destro” o “più sinistro”, sappi che il tuo cervello lavora sempre come un tutt’uno, rendendoti un essere umano unico, complesso e irriducibile a una semplice etichetta.