L’arena legale sta vivendo un fermento inaspettato. L’impiego di chatbot come ChatGPT e strumenti di Intelligenza Artificiale (IA) affini sta crescendo tra i cittadini che scelgono l’autodifesa in tribunale. Stiamo assistendo a un fenomeno dove, grazie all’accessibilità della tecnologia IA (basta una connessione internet), l’individuo si sente potenziato, e in alcuni casi, come riporta NBC News, arriva persino a vincere cause che altrimenti sarebbero state proibitive per costi e complessità.

Lynn White, una cittadina californiana, è un esempio calzante di questa tendenza. Dopo aver perso inizialmente la causa di sfratto dal suo parco roulotte, ha deciso di non arrendersi e di presentare ricorso personalmente. La sua strategia? Affidarsi a ChatGPT e Perplexity.ai. Ha utilizzato l’IA per analizzare le decisioni del tribunale, ricercare leggi applicabili e redigere difese legalmente strutturate, evitando così multe salate e affitti arretrati. La sua vittoria, a detta sua, sarebbe stata impensabile senza l’assistenza costante del chatbot, al quale forniva regolarmente documenti e dettagli del suo caso.
L’IA come “Assistente Legale” per l’Autodifesa
L’esperienza di Lynn White illumina una via: l’Intelligenza Artificiale può agire come un sofisticato assistente legale per chi non può permettersi un avvocato. L’IA, in questi scenari, non sostituisce il ruolo del difensore, ma ne simula alcune funzioni chiave, abbattendo la barriera di accesso alla giustizia, un tema centrale, soprattutto per i non abbienti, come sancito ad esempio anche dall’Articolo 24 della Costituzione Italiana (diritto inviolabile di difesa).
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Questo trend non è passato inosservato tra gli avvocati. Molti professionisti riconoscono il potenziale dell’IA nel semplificare gli aspetti più complessi e onerosi del sistema legale, in particolare nella fase di ricerca e stesura di bozze. Sottolineano come l’IA possa migliorare significativamente le chance del cittadino medio di risolvere una controversia con successo. L’avvocato del futuro, come spesso si legge in analisi di settore, sarà un “professionista aumentato”, capace di integrare la tecnologia senza rinunciare all’insostituibile valore umano: empatia, etica e capacità di giudizio strategico (come discusso in approfondimenti sul tema legale-tecnologico).
I Rischi e le Allucinazioni dell’IA Legale: Attenzione alle “Falle”
Nonostante gli exploit positivi, è cruciale non ignorare l’altra faccia della medaglia. Molti esperti sollevano il velo sui rischi di raccomandazioni errate o, peggio, di “allucinazioni” derivanti dai limiti algoritmici. I modelli di IA basano i loro consigli sull’analisi statistica di enormi quantità di dati, un meccanismo che, se non controllato, può produrre false citazioni di casi o un’applicazione fuorviante delle norme.
Un caso emblematico ha riguardato un avvocato che ha presentato in tribunale citazioni inventate, generate da ChatGPT, di sentenze inesistenti, subendo un richiamo formale per l’uso improprio dello strumento. È essenziale, quindi, che ogni output dell’Intelligenza Artificiale venga sempre sottoposto a un vaglio critico e umano (la cosiddetta human-in-the-loop verification), specialmente in un campo delicato come quello legale, dove l’accuratezza è tutto. L’affidabilità di questi strumenti, per quanto in evoluzione, non è ancora al 100%, e la responsabilità di ogni errore ricade inevitabilmente sull’utente umano.
In sintesi, l’IA è un alleato potentissimo per l’autodifesa, capace di livellare il campo di gioco della giustizia. Tuttavia, richiede un utilizzo prudente, consapevole e critico per evitare di trasformare un vantaggio tecnologico in un insuccesso processuale.
Per approfondimenti sull’evoluzione dell’IA nel settore legale e le implicazioni etiche, si consiglia la lettura di articoli e studi pubblicati su riviste specializzate come Diritto.it o portali dedicati all’innovazione legale.
FAQ – Domande Frequenti
L’IA può sostituire completamente un avvocato in tribunale? Assolutamente no. L’IA, al momento, è un potente strumento di supporto e ricerca. Può aiutare a formulare bozze, analizzare precedenti e ricercare leggi, ma non possiede l’empatia, la sensibilità giuridica o la capacità strategica e di negoziazione che sono proprie di un avvocato. La giurisprudenza richiede interpretazione, non solo analisi statistica.
Qual è il rischio maggiore nell’utilizzare strumenti come ChatGPT per cause legali? Il rischio principale è quello delle “allucinazioni” dell’IA, ovvero la generazione di informazioni giuridiche o citazioni di sentenze che in realtà non esistono. L’utente non esperto potrebbe presentare al giudice questi dati errati, compromettendo la propria posizione legale. È fondamentale verificare ogni informazione con fonti primarie affidabili.
L’uso dell’IA è consentito nei procedimenti legali formali? Non ci sono divieti generalizzati all’uso dell’IA come strumento di supporto alla stesura o alla ricerca. Tuttavia, diversi tribunali hanno già richiamato l’attenzione sulla necessità di dichiarare l’uso dell’IA per la redazione di atti e, soprattutto, sull’obbligo di verifica umana. La responsabilità legale finale resta sempre e solo in capo alla persona che presenta l’atto.
L’IA è un vantaggio solo per chi non ha un avvocato? No, l’IA è un vantaggio per l’intero sistema legale. Oltre a supportare chi si autodifende, l’Intelligenza Artificiale viene sempre più adottata anche da studi legali e professionisti per automatizzare la ricerca, la due diligence e la revisione di contratti. Questo ne ottimizza i costi e riduce il tempo dedicato a compiti ripetitivi.
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