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Gli effetti negativi dei cibi ultra-processati

Angela Gemito Ago 3, 2025

Quante volte vi è capitato di aprire la dispensa e afferrare un pacchetto di biscotti o una bibita frizzante? È quasi automatico, vero? Sono lì, ci strizzano l’occhio con i loro colori sgargianti e le promesse di un sapore irresistibile. Ma c’è un rovescio della medaglia, un segreto che molti non conoscono o preferiscono ignorare. Stiamo parlando dei cibi ultra-processati, veri e propri cavalli di Troia nella nostra alimentazione.

immagine che mostra una persona che legge un'etichetta alimentare ingrandita su un pacchetto di biscotti

Il lato oscuro della comodità: cosa sono gli ultra-processati?

Allora, mettiamoci comodi e proviamo a capire di cosa parliamo quando diciamo “cibi ultra-processati”. Non sono semplicemente quei prodotti che trovi al supermercato – quasi tutto lo è, no? Parliamo di roba che ha subito un tale trattamento industriale da aver perso gran parte della sua essenza originale. Immaginate un pomodoro fresco, intero, succoso. Poi immaginate una salsa di pomodoro pronta, magari con additivi, zuccheri aggiunti, conservanti. Non è la stessa cosa, vero?


Non solo ingredienti, ma un processo industriale che cambia tutto

La vera differenza non sta solo negli ingredienti che ci mettono dentro – anche se, fidatevi, ce ne sono di “curiosi” – ma proprio nel processo. Vengono estratti grassi, zuccheri e amidi dagli alimenti naturali, poi mescolati con aromi artificiali, coloranti, emulsionanti e una miriade di altri additivi. Il risultato? Un prodotto che non somiglia più a niente di minimamente riconoscibile in natura. Sono quei biscotti super friabili, quelle patatine croccanti all’ennesima potenza, quelle bevande che sanno di frutta ma non ne vedono nemmeno l’ombra.


Il paradosso della sazietà (che non c’è)

E qui viene il bello, o il brutto, a seconda dei punti di vista. Questi cibi sono progettati, quasi ingegnerizzati, per essere super-palatabili. Vuol dire che li trovi irresistibili. Uno tira l’altro. E indovinate un po’? Spesso contengono un sacco di calorie ma pochissime fibre e nutrienti essenziali. È un po’ come bere un bicchiere d’acqua quando hai sete: ti idrata, ti rinfresca. Ma bere un bicchiere di sciroppo zuccherato? Ti disseta sul momento, sì, ma poi ti ritrovi più assetato di prima, con una sensazione di vuoto che ti spinge a mangiarne ancora. Il corpo, in pratica, non si sente “pienamente” nutrito, e così continui a cercare cibo. È un circolo vizioso.


Quando il cibo diventa “chimica”: gli effetti sulla salute

Ok, passiamo alle cose serie. Cosa succede al nostro corpo quando lo inondiamo di queste prelibatezze ultra-processate? Non è un segreto che la nostra salute, a lungo andare, ne risenta. E non parliamo solo di qualche chilo in più.


L’epidemia silenziosa: obesità e malattie croniche

Il legame è ormai chiaro, anzi chiarissimo. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato una correlazione forte tra un alto consumo di cibi ultra-processati e l’aumento del rischio di obesità. E l’obesità, lo sappiamo, è la porta d’ingresso per una serie di guai: diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione. È come se il nostro corpo, abituato a lavorare con ingredienti veri, si trovasse improvvisamente a gestire una catastrofe di sostanze artificiali. Fa fatica, va in tilt. Il famoso studio NOVA, ad esempio, classifica gli alimenti in base al loro livello di trasformazione e ha contribuito a far luce su questo legame.


Il nostro intestino: un universo in subbuglio

E poi c’è il nostro microbiota intestinale, quel meraviglioso universo di batteri che vive nella nostra pancia e che è fondamentale per la nostra salute, dal sistema immunitario all’umore. I cibi ultra-processati, con la loro scarsità di fibre e l’abbondanza di additivi e zuccheri, possono sbilanciare questo delicato ecosistema. È un po’ come buttare sassi in un acquario: i pesciolini non sono contenti, e l’intero sistema ne risente. Un microbiota alterato può portare a infiammazioni, problemi digestivi e persino influenzare la nostra salute mentale.


Non solo pancia, anche la testa ne risente

Sembra incredibile, vero? Ma il cibo non influenza solo il nostro fisico. Sempre più ricerche suggeriscono un legame tra il consumo di cibi ultra-processati e problemi di salute mentale. Depressione, ansia, sbalzi d’umore. Non è difficile crederci, se pensiamo a quanto il nostro intestino sia collegato al cervello attraverso l’asse intestino-cervello. Se l’uno soffre, l’altro ne risente. È un po’ come avere una gomma sgonfia in macchina: non è solo la ruota a stare male, l’intera auto non va dritta.


Il bivio: cambiare si può, ma serve consapevolezza

Allora, cosa possiamo fare? Vogliamo condannarci a un futuro fatto solo di patatine e bibite zuccherate? Certo che no! Il primo passo è la consapevolezza. Capire cosa stiamo mangiando è già metà del lavoro.


Leggere le etichette: il nostro superpotere nascosto

Sì, lo so, a volte le etichette sembrano scritte in geroglifico antico. Ma imparare a leggerle è il vostro superpotere. Cercate liste di ingredienti brevi e riconoscibili. Se trovate sigle, numeri e nomi impronunciabili, è un campanello d’allarme. Più ingredienti ci sono, più è probabile che il prodotto sia ultra-processato. E attenzione allo zucchero nascosto! Si cela sotto mille nomi: sciroppo di glucosio-fruttosio, maltodestrina, destrosio, e chi più ne ha più ne metta.


Riscoprire il cibo vero: la semplicità è vincente

Il segreto è tornare alle basi, al cibo “vero”. Frutta, verdura, legumi, cereali integrali, carne e pesce non processati. Non serve diventare chef stellati o passare ore ai fornelli. A volte basta una mela invece di un sacchetto di patatine, una manciata di noci invece di una merendina. È un piccolo cambiamento, ma fa una differenza enorme. Pensate alle nostre nonne, alla cucina di una volta: ingredienti semplici, sapori autentici. Non avevano bisogno di aromi e coloranti per rendere il cibo appetitoso, perché il cibo, di per sé, era già buono. E faceva bene.


Un passo alla volta: piccole vittorie quotidiane

Non è una corsa, è una maratona. Nessuno vi chiede di rivoluzionare la vostra dieta dalla sera alla mattina. Iniziate con piccoli passi. Magari sostituite una bibita zuccherata al giorno con dell’acqua. Oppure provate a cucinare una volta in più a settimana, partendo da ingredienti freschi. Ogni piccola scelta conta, ogni passo vi porta più vicini a una vita più sana e piena di energia. Il corpo vi ringrazierà, e anche la mente. E non è questa la cosa più importante?

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Angela Gemito

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Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!

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