Colesterolo buono, studio shock: il livello alto di HDL fa morire prima

VEB

Uno studio shock rivela che un livello alto di HDL, il colesterolo buono, può portare a morte prematura.

Dalla Copenhagen University arriva uno studio che mette in discussione quanto si è andato affermando sempre negli ultimi tempi. Ormai è risaputo da tutti che quando si parla di colesterolo si deve fare un distinguo tra colesterolo “cattivo”, le lipoproteine a bassa densità (LDL), e colesterolo “buono”, lipoproteine ad alta densità (HDL).

La scienza medica ha sempre affermato, quasi con assoluta certezza, che i problemi all’organismo sono causati dall’aumento nel sangue del colesterolo cattivo LDL.

Di rimando, se aumentano i livelli di quello buono HDL, la nostra salute ne giova perché le lipoproteine ad alta densità che trasmette, riduce il rischio di aterosclerosi e, quindi, d’ictus e infarto.

Ma uno studio dei ricercatori dell’Università di Copenaghen rovescia le carte: pare che il colesterolo buono porti a morte prematura.

Come gli esperti danesi hanno associato il “buono” HDL alla morte prematura? E’ presto detto. Per ben 33 anni sono stati tenuti sotto osservazione i dati clinici di oltre 64.200 donne e 50.268 uomini.

Comparando i dati si è visto che nelle donne il rischio di morte prematura aumenta da 1,2 a 3,9 volte in più se i trigliceridi superano rispettivamente gli 89 mg/dl e i 443 mg/dl. Negli uomini, invece, con gli stessi valori, il rischio cresce tra 1,2 e 2,3 volte in più.

Come mai non si è arrivati prima a questa associazione? Forse perché, dando per scontato che il livello alto di HDL non fosse un pericolo ma, al contrario, potesse addirittura contrastare l’azione del colesterolo cattivo, in questa direzione fino a oggi non si era mai indagato.

Un altro dato evidenziato da uno studio condotto su oltre 13mila persone incluse nell’indagine Copenhagen City Heart Study, è che il rischio di ictus è più maschile che femminile.

Sembra che nelle donne un aumento dei livelli di colesterolo non si associa in maniera rilevante a un incremento dei casi di ictus ischemico. Per l’universo maschile, invece, il discorso cambia perché se i livelli di colesterolo superano i 348 mg per decilitro per, il rischio di ictus può essere anche 4 volte superiore.

Dai ricercatori danesi arriva anche la raccomandazione di inserire nelle linee guide stilate per la prevenzione dell’ictus, anche la misurazione dei livelli dei trigliceridi dopo i pasti.

Sembra, infatti, che quando si assumono trigliceridi a stomaco vuoto le lipoproteine a bassa densità (LDL) fanno a formare delle placche che induriscono le arterie.

Le sostanze che fanno aumentano il colesterolo come zucchero, dolci, biscotti, cioccolato, bibite gassate zuccherate, grassi e oli vegetali di bassa qualità, sigarette, alcolici.

Inoltre si possono aggiungere alla lista i farmaci, sostanze chimiche, i pesticidi e tutti i conservanti, non essendo smaltite facilmente dal nostro organismo, finiscono per accumularsi fino a quando non vanno a colpire le parti deboli del nostro organismo. Solo allora iniziano a deteriorasi.

Il consiglio? E’ sempre lo stesso: alimentazione corretta e stile di vita sano sono sempre alla base di qualsiasi prevenzione.

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