L’Italia si affida a due pilastri fondamentali per la tutela della sicurezza nazionale: l’AISI e l’AISE. Sebbene operino sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le loro funzioni e i loro teatri operativi sono nettamente distinti. Comprendere come agiscono significa addentrarsi in un sistema articolato che spazia dal controspionaggio informatico alla protezione degli interessi strategici nazionali all’estero.

L’AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) è la nostra prima linea di difesa entro i confini nazionali. Il suo compito primario è ricercare e analizzare ogni possibile minaccia alla sicurezza interna della Repubblica. Questo si traduce in un’attività costante di monitoraggio e contrasto a fenomeni come l’eversione, il terrorismo di matrice interna e internazionale, e la criminalità organizzata che possa minare le fondamenta democratiche dello Stato. Gli agenti dell’AISI operano sul territorio italiano per prevenire atti ostili, infiltrazioni e attività di spionaggio condotte da potenze straniere contro i nostri interessi politici, economici e industriali.
L’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna), invece, proietta la sua azione al di fuori dei confini italiani. La sua missione è tutelare gli interessi nazionali in ambito internazionale. L’AISE è responsabile della ricerca e dell’analisi di informazioni provenienti dall’estero che possano impattare la sicurezza dell’Italia. Questo include il contrasto allo spionaggio straniero diretto contro il nostro Paese, la lotta alla proliferazione di materiali strategici e il monitoraggio delle aree di crisi internazionale. Le operazioni dell’AISE sono cruciali per anticipare minacce, proteggere i nostri connazionali e le nostre imprese all’estero e fornire al governo elementi di valutazione strategica.
Un Coordinamento Centrale e un Quadro Normativo Preciso
Entrambe le agenzie, pur con le loro specificità, non agiscono in solitudine. Sono parte del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, la cui architettura è stata definita dalla Legge n. 124 del 2007. Al vertice di questo sistema si pone il Presidente del Consiglio dei Ministri, che detiene la responsabilità politica dell’intero comparto. A coadiuvarlo vi è il DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), un organo che ha il compito fondamentale di coordinare l’attività delle due agenzie, gestire le risorse e fungere da anello di congiunzione con il governo.
Questa struttura garantisce che le informazioni raccolte dall’AISI sul fronte interno e dall’AISE su quello estero possano essere incrociate e analizzate in modo unitario, fornendo un quadro informativo completo e strategico.
Metodologie Operative: Tra Fattore Umano e Dominio Cyber
Le modalità operative dei nostri servizi segreti sono un connubio di metodi tradizionali e tecnologie all’avanguardia. La HUMINT (Human Intelligence), ovvero la raccolta di informazioni tramite fonti umane, resta un cardine insostituibile. Agenti infiltrati, informatori e contatti fiduciari sono essenziali per penetrare organizzazioni terroristiche, reti di spionaggio o gruppi criminali. Questa attività richiede un addestramento specifico, basato su tecniche di psicologia, negoziazione e gestione del rischio.
Accanto al fattore umano, il dominio cibernetico è diventato il nuovo fronte dell’intelligence. La Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza evidenzia costantemente come la minaccia ibrida e gli attacchi cyber siano una delle principali preoccupazioni per l’Italia. Spionaggio informatico, sabotaggio di infrastrutture critiche e campagne di disinformazione online sono all’ordine del giorno. In questo scenario, la collaborazione tra AISI, AISE e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) è fondamentale. Le agenzie di intelligence lavorano per identificare gli autori e le finalità degli attacchi, mentre l’ACN si occupa di rafforzare la resilienza dei sistemi informatici nazionali.
Un esempio concreto del lavoro dell’AISI è la prevenzione della radicalizzazione di matrice jihadista sul territorio nazionale, monitorando ambienti a rischio e intercettando comunicazioni online per sventare potenziali attacchi. L’AISE, d’altro canto, potrebbe essere impegnata a raccogliere informazioni in un’area di crisi internazionale per garantire la sicurezza di un contingente militare italiano o per proteggere le vie di approvvigionamento energetico nazionale da interferenze esterne.
Diventare un Agente: Un Percorso Selettivo
Contrariamente all’immaginario cinematografico, il reclutamento non avviene tramite incontri segreti in luoghi fumosi. Il Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica pubblica periodicamente avvisi di ricerca sul proprio sito istituzionale. Si cercano profili con elevate specializzazioni: analisti geopolitici, esperti di cybersecurity, linguisti con conoscenza di idiomi rari, ingegneri e specialisti in materie economiche. Dopo un rigoroso processo di selezione, che include test psico-attitudinali e verifiche di affidabilità, i candidati prescelti accedono a un percorso formativo presso la Scuola di Formazione del Comparto, dove acquisiscono le competenze tecniche e operative necessarie.
FAQ – Domande Frequenti
Qual è la differenza principale tra AISI e AISE? L’AISI opera esclusivamente all’interno del territorio italiano per contrastare minacce alla sicurezza interna come terrorismo ed eversione. L’AISE, invece, opera all’estero per raccogliere informazioni e proteggere gli interessi politici, militari ed economici dell’Italia da minacce che hanno origine fuori dai confini nazionali.
I servizi segreti possono arrestare le persone? No, gli appartenenti ai servizi di informazione non hanno la qualifica di agenti o ufficiali di polizia giudiziaria e non possono compiere arresti. Il loro compito è raccogliere informazioni e prove che, se costituiscono notizia di reato, vengono trasmesse all’autorità giudiziaria, la quale poi procederà secondo le norme del codice di procedura penale.
Come viene controllato l’operato dei servizi segreti? Il controllo è multifattoriale. La responsabilità politica è del Presidente del Consiglio dei Ministri. Esiste poi un organo parlamentare specifico, il COPASIR (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica), che ha ampi poteri di controllo e vigilanza su tutte le attività del comparto intelligence per garantirne la correttezza e il rispetto delle leggi.
Cosa sono le “minacce ibride” di cui si occupano le agenzie? Le minacce ibride sono strategie ostili che combinano diversi strumenti per destabilizzare un Paese, rimanendo sotto la soglia di un conflitto armato tradizionale. Includono attacchi informatici a infrastrutture critiche, campagne di disinformazione sui social media, pressioni economiche e strumentalizzazione dei flussi migratori per creare tensioni sociali.
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