“Il tempo non esiste“. Una frase che suona come l’incipit di un film di fantascienza, ma che in realtà affonda le sue radici nelle domande più profonde della fisica moderna e della filosofia. Ogni giorno viviamo scandendo le ore, pianificando il futuro e ricordando il passato. Ma se questo flusso costante, questo fiume in cui ci sentiamo immersi, fosse solo una tenace e utile illusione?

Siamo così abituati a pensare al tempo come a una coordinata fondamentale dell’universo, un grande orologio cosmico che batte il ritmo per tutti, ovunque. Eppure, scienziati come il fisico teorico italiano Carlo Rovelli ci invitano a riconsiderare tutto. E se ti dicessi che, a livello fondamentale, l’universo non ha bisogno della variabile “tempo” per funzionare? Scopriamo insieme cosa significa davvero questa affermazione sconvolgente.
L’indizio della fisica: perché il tempo è il grande assente
Per decenni, i fisici si sono scontrati con un problema colossale: le due colonne portanti della nostra comprensione dell’universo, la Relatività Generale di Einstein e la Meccanica Quantistica, non si parlano. La prima descrive magnificamente il mondo del grande, dei pianeti e delle galassie, dove la gravità è lo spazio-tempo stesso che si incurva. La seconda descrive perfettamente il mondo del piccolissimo, delle particelle e delle loro bizzarre interazioni. Il problema? Quando si cerca di unirle per descrivere fenomeni estremi come l’interno di un buco nero o i primissimi istanti del Big Bang, le equazioni si inceppano. E uno dei principali punti di attrito è proprio la natura del tempo.
Nella meccanica quantistica, il tempo è un parametro esterno, uno sfondo immutabile su cui gli eventi accadono. Per la relatività, invece, il tempo è dinamico, relativo: scorre a velocità diverse a seconda della gravità e della velocità. Ricordi l’esempio dei gemelli, uno sulla Terra e uno in viaggio nello spazio? Al suo ritorno, quello che ha viaggiato è più giovane. Questo ci dice che non esiste un unico tempo universale.
La Teoria della Gravità Quantistica a Loop, di cui Carlo Rovelli è uno dei pionieri, propone una soluzione radicale: eliminiamo il tempo dall’equazione fondamentale.
- Un mondo di eventi, non di cose: A livello microscopico, l’universo non è fatto di “cose” che evolvono nel tempo, ma di “eventi”. Il mondo è un susseguirsi di processi, di relazioni tra entità fisiche.
- Lo spazio-tempo granulare: Invece di uno sfondo liscio e continuo, lo spazio-tempo sarebbe composto da “grani” o “quanti” di spazio. Sono le interazioni tra questi grani a generare, a una scala più ampia, quella che noi percepiamo come la dimensione temporale.
- Il tempo è emergenza: Il tempo, quindi, non è una caratteristica fondamentale della realtà, ma una proprietà emergente. Emerge dalla relazione tra i sistemi fisici, un po’ come la temperatura emerge dal movimento di miliardi di molecole. Una singola molecola non ha temperatura, così come un singolo “evento” quantistico non ha tempo.
In parole povere, l’universo non è descritto da equazioni che dicono “cosa succede dopo”. Piuttosto, descrivono come le variabili fisiche cambiano l’una rispetto all’altra. Il tempo è una scorciatoia, un’etichetta utile che abbiamo inventato.
Il costruttore di tempo: il nostro cervello
Se a livello fondamentale il tempo non esiste, perché lo percepiamo in modo così vivido? La risposta risiede tra psicologia e neuroscienze. Il nostro cervello è una macchina straordinaria nel costruire narrazioni e nel trovare ordine nel caos. La percezione del tempo non è come vedere un colore o sentire un suono; è un processo attivo, una costruzione mentale.
La nostra memoria ci permette di “ancorare” il presente al passato, creando un senso di continuità. Le nostre capacità di pianificazione e anticipazione ci proiettano in un futuro che, di fatto, non esiste ancora. Questa struttura “passato-presente-futuro” è essenziale per la nostra sopravvivenza e interazione sociale, ma è un prodotto della nostra specifica configurazione biologica ed evolutiva.
Inoltre, la nostra percezione della durata è incredibilmente soggettiva e malleabile:
- Le emozioni: Il tempo sembra volare quando ci divertiamo e non passare mai quando ci annoiamo o soffriamo.
- L’attenzione: Più attenzione dedichiamo a un compito, più lungo ci sembra il tempo impiegato.
- L’età: Molti anziani riferiscono la sensazione che il tempo acceleri con il passare degli anni, forse perché un anno rappresenta una frazione sempre più piccola della loro vita totale.
Il “tempo” che viviamo è, in gran parte, una creazione della nostra mente, una prospettiva legata alla nostra natura umana.
Vivere in un eterno presente: cosa cambia per noi?
Accettare l’idea che il tempo non sia una realtà assoluta può sembrare un esercizio puramente intellettuale, ma le implicazioni per la nostra vita quotidiana possono essere profonde. Non si tratta di buttare via orologi e calendari, ma di cambiare prospettiva.
Pensare in termini di un “presente eterno”, come suggeriscono alcune correnti filosofiche (il “presentismo”), può aiutarci a:
- Ridurre l’ansia per il futuro: Se il futuro non è una destinazione predeterminata ma un campo di possibilità che creiamo ora, possiamo concentrarci di più sull’agire nel presente.
- Lasciare andare il peso del passato: Comprendere il passato come una traccia nella nostra memoria, e non come qualcosa che ci definisce inesorabilmente, può essere incredibilmente liberatorio.
- Apprezzare ogni momento: Se il presente è, in un certo senso, l’unica cosa che “esiste” davvero, ogni istante acquista un valore immenso.
Questa visione non nega il cambiamento. Anzi, lo celebra. L’universo è un incessante divenire, un mondo di eventi e trasformazioni. Noi non siamo spettatori passivi di un film che scorre, ma partecipanti attivi alla danza del cosmo.
La prossima volta che guarderai l’orologio, fermati un istante. Pensa che quello che stai misurando non è un’entità astratta e universale, ma il ritmo relativo dei cambiamenti attorno a te e dentro di te. Forse, liberandoci dalla tirannia di un tempo che non esiste, possiamo imparare a vivere più pienamente nell’unico luogo in cui la vita accade davvero: adesso.
Fonti e Approfondimenti
- Carlo Rovelli, “L’ordine del tempo”, Adelphi, 2017.
- Rai Cultura, “Marc Augé. L’illusione dell’eterno presente”: https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/01/Marc-Aug233-riappropriarci-del-nostro-tempo-1ea051c9-b59e-430d-b227-023fef6f3829.html
- State of Mind, “La percezione del tempo può essere influenzata dall’età, da fattori cognitivi, emotivi e culturali?”: https://www.stateofmind.it/2020/04/percezione-del-tempo-psicologia/
- Wikipedia, “Gravità quantistica a loop”: https://it.wikipedia.org/wiki/Gravit%C3%A0_quantistica_a_loop
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