La storia della carta igienica, un elemento fondamentale del nostro quotidiano, è ricca e affascinante. È difficile pensare alla vita senza questo prodotto, ma l’umanità ha affrontato per lungo tempo la sfida dell’igiene personale, trovando soluzioni creative e talvolta strane.
Prima della carta igienica, gli antichi si affidavano a ciò che la natura offriva, con scelte influenzate dall’ambiente: foglie e muschio nelle aree verdi, sabbia e acqua nelle regioni aride.
Con l’avanzamento dell’agricoltura, si diffusero nuove opzioni come il fieno e il mais. Presso le coste, invece, si usavano conchiglie e tecniche di raschiatura, mentre in ambienti freddi si utilizzava la neve.
Nel periodo romano emerge il “tersorium“, una spugna marina attaccata a un bastone, usata nelle latrine pubbliche e conservata in acqua salata o aceto. Nonostante fosse pratico, questo metodo poteva favorire la diffusione di malattie.
I romani più benestanti usavano una versione di lusso con lana e acqua di rose. In Giappone, nell’VIII secolo, si diffonde il “chuugi“, un bastoncino di legno per la pulizia anale.
Gli antichi greci avevano i loro metodi: i ‘Pessoi’, piccole pietre, e gli ‘Ostraca’, cocci di ceramica, talvolta con incisi i nomi dei nemici. Nel Medioevo, si usavano materiali come muschio, canne, fieno e pezzi di tessuto.
La carta igienica moderna nasce nel XIX secolo, ma l’idea di usare carta per la pulizia personale è molto più antica. In Cina, veniva usata già dal VI secolo. Nel 1857, Joseph Gayetty introduce in America la prima carta igienica commerciale, chiamata “Gayetty’s Medicated Paper”.
L’evoluzione continua con i fratelli Scott, che nel 1890 introducono la carta igienica in rotoli. Da allora, la carta igienica ha visto miglioramenti in termini di comfort e qualità, con l’introduzione di versioni più morbide, multistrato, profumate e colorate. La risposta alle preoccupazioni ambientali ha portato alla creazione di prodotti biodegradabili e sostenibili.