La morte è un tema che molti preferiscono evitare. Non per Aoife Sutton-Butler, la “Custode del Cimitero” di Undercliffe a Bradford, Inghilterra. Con una prospettiva insolita e profonda, forte del suo background in bioarcheologia, Aoife scardina il mito della tristezza legata a un cimitero, dimostrando che il suo lavoro è, in realtà, un onore che si svolge principalmente tra i vivi. Lontana dall’immagine gotica che potremmo avere, la sua professione di addetta all’anagrafe cimiteriale è un crocevia di storia, empatia e gestione pratica, essenziale per affrontare l’ultima, inevitabile fase della vita.

Dagli Studi sulla Morte all’Anagrafe Cimiteriale: Un Percorso Controcorrente
Aoife Sutton-Butler ha sviluppato una familiarità con la morte sin da giovane, un’apertura che attribuisce in parte alla cultura irlandese della veglia funebre. Questa esperienza personale, amplificata dalla perdita dei genitori in età relativamente giovane, non l’ha allontanata, ma l’ha spinta verso l’argomento. Ha trasformato il dolore in una vocazione accademica, conseguendo una laurea in archeologia e un Master in bioarcheologia (lo studio dei resti umani archeologici) tra Dublino e York.
Il suo dottorato di ricerca, incentrato sui preparati anatomici umidi del XVIII e XIX secolo, dimostra un interesse radicato nelle pratiche storiche e scientifiche della conservazione e della commemorazione. Quando le restrizioni del COVID-19 hanno interrotto il suo percorso verso l’imbalsamazione, Aoife ha accettato il ruolo di Custode del Cimitero, un cambio di rotta che ha fuso la sua passione per la storia della morte con l’urgente necessità di interagire con le persone vive. Su piattaforme come Instagram (@spookyladydeath) e Substack (“The Lady Cemetery Keeper”), Aoife usa il suo ruolo per normalizzare il dialogo sulla morte, rendendolo accessibile e meno spaventoso. Questo approccio è cruciale nell’era digitale, dove le persone cercano informazioni autentiche e non filtrate su argomenti tabù.
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Il Lavoro Quotidiano: Più di Sepolture, Meno Fantasmi
Il titolo ufficiale di Aoife Sutton-Butler è “Cemetery Registrar” (Addetta all’Anagrafe Cimiteriale), e le sue responsabilità vanno ben oltre la semplice sorveglianza. Il suo lavoro è un intricato puzzle amministrativo e interpersonale. Lei si occupa della preparazione dei documenti essenziali per la registrazione delle sepolture e coordina l’intera logistica di funerali e tumulazioni. Questo implica un’interazione costante e professionale con agenzie di pompe funebri, becchini e, soprattutto, con le famiglie in lutto.
Il cuore del suo lavoro, come lei stessa sottolinea, non è la gestione dei defunti, ma l’interazione con i vivi. “La maggior parte delle persone pensa ai morti e ai fantasmi quando immagina un cimitero,” osserva Aoife, “ma in realtà si tratta di persone vive, di sensibilità ed empatia.” La vendita di lotti di sepoltura e l’organizzazione degli addii finali richiedono una profonda intelligenza emotiva e una capacità di gestire situazioni di estrema vulnerabilità. Per Aoife, questa non è una fonte di tristezza, ma un “vero onore”, il privilegio di assistere e supportare i sopravvissuti in uno dei momenti più difficili della loro esistenza.
Apertura del Dialogo: Abbattere i Muri del Tabù
Sutton-Butler e la collega ricercatrice Karina Croucher (Università di Manchester) sono attivamente impegnate in progetti di sensibilizzazione. L’iniziativa “Lost and Found”, ad esempio, si rivolge specificamente agli studenti delle scuole primarie. L’obiettivo è creare uno spazio sicuro per parlare apertamente della morte di persone o animali domestici, riconoscendo che l’esperienza del lutto è universale e inevitabile.
Questi sforzi riflettono una crescente tendenza sociale verso la “Death Positivity” o un approccio più aperto e pragmatico alla morte. Il cimitero, da luogo di sola memoria, viene trasformato in un centro di dialogo, dove la gestione della morte diventa parte integrante della gestione della vita comunitaria. Dati storici indicano che l’evitamento del tema della morte può peggiorare il processo di lutto. Al contrario, un dialogo aperto, come quello promosso da Aoife, facilita l’accettazione e il supporto reciproco, rendendo il suo ruolo non solo amministrativo, ma profondamente civico e sociale.
Conclusioni: Il Cimitero come Elogio della Vita
Il racconto di Aoife Sutton-Butler offre una prospettiva vitale e inattesa su un luogo tradizionalmente visto come cupo. Il suo lavoro dimostra che la professionalità in un cimitero è intrisa di empatia, storia e competenze amministrative. Non si tratta solo di registrare il passato, ma di facilitare il presente e onorare il futuro della memoria. La prossima volta che vedrete un cimitero, ricordate il ruolo cruciale e dignitoso di figure come la Custode, che non lavorano per la morte, ma per la vita e la memoria di coloro che restano.
Per chi volesse approfondire questo tema cruciale, si consiglia la lettura di testi e articoli di esperti nell’ambito della tanatologia e della bioarcheologia. Il lavoro di istituzioni come l’Association for Gravestone Studies o il The Order of the Good Death (in lingua inglese) fornisce ulteriori spunti sulla gestione culturale e pratica della morte.

FAQ – Domande Frequenti
Qual è la principale funzione di un “Cemetery Registrar” (Addetto all’Anagrafe Cimiteriale)? Il ruolo di un Addetto all’Anagrafe Cimiteriale è multifunzionale. La funzione principale è la gestione amministrativa e logistica, che include la preparazione e la tenuta dei registri ufficiali delle sepolture, l’organizzazione di funerali e tumulazioni, l’interazione con le pompe funebri e la vendita dei lotti. È un ruolo che richiede grande attenzione ai dettagli e sensibilità.
Come concilia Aoife Sutton-Butler il lavoro con gli aspetti emotivi del lutto? Aoife gestisce gli aspetti emotivi focalizzandosi sull’interazione con i vivi. Il suo background accademico in bioarcheologia le fornisce una prospettiva storica e scientifica sulla morte, che le permette di affrontare il tema in modo professionale e non tabù. Vede il suo supporto alle famiglie in lutto come un “onore”, trasformando la potenziale tristezza in un’opportunità di assistenza e dignità.
Cosa si intende per “bioarcheologia” e come si collega al suo lavoro? La bioarcheologia è una disciplina che studia i resti umani trovati in contesti archeologici per ricostruire la vita, la salute e le pratiche funerarie delle popolazioni passate. Questo studio fornisce ad Aoife una profonda comprensione delle pratiche di sepoltura e della storia della morte, arricchendo il suo approccio moderno al cimitero e al dialogo sul lutto.
Perché è importante aprire il dialogo sulla morte, anche con i bambini? Aprire il dialogo sulla morte è cruciale per la salute emotiva della comunità. Il tabù rende il lutto più isolante e difficile da affrontare. Progetti come “Lost and Found” mirano a fornire ai bambini strumenti e un linguaggio per esprimere la perdita, riconoscendo che la morte è un evento naturale. Questo aiuta a normalizzare l’esperienza del lutto fin dalla giovane età.
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