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Non viviamo in una simulazione, la risposta degli scienziati

Angela Gemito Nov 9, 2025

La domanda è antica quanto il pensiero umano, ma ha trovato nuova linfa nell’era della potenza di calcolo: il nostro universo è reale o siamo semplici personaggi in una gigantesca simulazione digitale? L’ipotesi di simulazione, resa popolare dal filosofo Nick Bostrom, ha affascinato scienziati e appassionati, suggerendo che le civiltà avanzate creerebbero così tanti mondi virtuali che la probabilità di trovarci in quello “originale” sarebbe infinitesimale. Tuttavia, un’affascinante ricerca scientifica ha recentemente sollevato un veto fondamentale, mettendo in discussione la possibilità stessa di simulare la nostra realtà.

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Limiti Invalicabili: Perché l’Universo Non Può Essere un Algoritmo

Per anni, l’ipotesi di Bostrom (2003) è rimasta una congettura stimolante, più filosofica che scientifica. Il suo ragionamento si basa su una probabilità: se una civiltà raggiunge la capacità tecnologica di creare simulazioni di coscienza, e se tale capacità viene esercitata, il numero di “universi simulati” supererebbe di gran lunga quello dell’universo base. Ciò renderebbe altamente probabile che noi siamo entità simulate.

L’obiezione più forte, però, non arriva dalla filosofia, ma dalla matematica e dalla fisica teorica. Un recente studio, che ha coinvolto ricercatori come Mir Faizal e il noto fisico Lawrence Krauss, affronta il problema non dal punto di vista della probabilità, ma della fattibilità computazionale.

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Il Ruolo dei Teoremi di Incompletezza di Gödel

Il cuore della confutazione risiede nei Teoremi di Incompletezza di Gödel, pilastri della logica e della matematica. Semplificando, questi teoremi dimostrano che in qualsiasi sistema matematico sufficientemente complesso (come quello che descrive il nostro universo), esistono sempre delle affermazioni vere che non possono essere dimostrate o confutate all’interno di quel sistema.

Gli autori dello studio sostengono che questa incompletezza matematica si traduce in una limitazione fisica: la realtà contiene verità non algoritmiche.

“Una teoria fisicamente completa del tutto non può essere ottenuta solamente tramite algoritmi, ma richiede una comprensione non algoritmica più profonda,” affermano i ricercatori.

Una simulazione computerizzata, per definizione, è interamente algoritmica. Un algoritmo è una serie finita di istruzioni ben definite, eseguibili da un computer, per risolvere un problema. Se, come suggeriscono i teoremi di Gödel applicati alla fisica, l’Universo contiene aspetti che sono per loro natura incalcolabili o irrisolvibili algoritmicamente, allora l’universo non può essere una simulazione. Il sistema che descrive la realtà non può contenere la piena descrizione della realtà stessa.


Oltre la Computazione: La Natura Profonda della Realtà

La discussione tocca il concetto di informazione pura o la sfera platonica, l’idea che l’esistenza non possa essere totalmente inglobata da processi di sola computazione. In termini fisici, ciò suggerisce che la ricerca di una “Teoria del Tutto” puramente computazionale potrebbe essere un vicolo cieco.

Lawrence Krauss, coautore della ricerca, ha sottolineato un punto cruciale: le leggi fondamentali della fisica potrebbero esistere al di fuori dello spazio-tempo.

“Le leggi fondamentali non possono essere definite nello spazio e nel tempo, poiché sono esse stesse a generarli. Abbiamo dimostrato che l’aspirazione a una teoria computazionale universale è impossibile,” ha spiegato Krauss.

Questo ribalta l’assunto di base dell’ipotesi di simulazione. Non si tratta più di chiederci se una civiltà super-avanzata abbia le risorse per simulare il nostro mondo, ma se la realtà fisica e matematica del nostro universo ammetta una descrizione completa esclusivamente algoritmica. La risposta, secondo questo filone di pensiero, è no.

Implicazioni Scientifiche e Filosofiche

Questa conclusione ha ripercussioni enormi. Dal punto di vista scientifico, incoraggia la ricerca di principi fisici che trascendano il puro calcolo. Dal punto di vista filosofico, rinforza il realismo del nostro mondo. Se la nostra realtà fosse una simulazione, ogni bug, ogni incoerenza, potrebbe essere ricondotto a un errore o una limitazione del codice sorgente della civiltà simulatrice. Se, invece, la realtà è intrinsecamente non-algoritmica, le sue misteriose “verità incalcolabili” sono una proprietà fondamentale dell’esistenza stessa, confermando l’autenticità e la complessità del nostro universo.

Mentre l’ipotesi di Bostrom ha avuto il merito di spingere i confini del dibattito, i limiti matematici posti dai teoremi di Gödel offrono una confutazione logica e potente alla possibilità che la realtà sia una simulazione algoritmica.


Conclusione: La Complessità Incalcolabile

La questione se viviamo in una simulazione non è stata chiusa con un semplice “sì” o “no”, ma con un “non è possibile che sia così, a causa della struttura fondamentale della matematica che descrive il nostro mondo.” La ricerca sottolinea che la vera natura dell’Universo è più profonda, complessa e irriducibile alla sola computazione. Questo ci invita a guardare oltre l’idea di un codice sorgente divino e ad approfondire la ricerca di una fisica che abbracci la vera non-algoritmicità dell’esistenza.

Per maggiori approfondimenti sui teoremi di Gödel e la loro applicazione in fisica, è possibile consultare i lavori sul Journal of Holography Applications in Physics e gli scritti divulgativi di Lawrence Krauss.


Domande Frequenti (FAQ)

Cosa afferma l’Ipotesi di Simulazione di Nick Bostrom?

L’ipotesi (2003) suggerisce che se una civiltà avanzata raggiunge la capacità di creare simulazioni di coscienza, lo farebbe in numero tale da rendere la probabilità di vivere nell’universo “reale” quasi nulla. Bostrom propone un trilemma statistico per sostenere che è probabile che siamo in una simulazione.

In che modo i Teoremi di Gödel confutano l’ipotesi di simulazione?

I teoremi di Gödel dimostrano che ogni sistema matematico complesso contiene verità indimostrabili al suo interno. Gli scienziati hanno applicato questo concetto alla fisica, argomentando che se l’Universo ha verità fondamentali non algoritmiche (incalcolabili), non può essere una simulazione, che è per definizione interamente algoritmica.

Cosa si intende per “verità non algoritmiche”?

Le verità non algoritmiche sono aspetti della realtà che non possono essere completamente descritti, dimostrati o calcolati attraverso una sequenza finita di istruzioni (un algoritmo). La loro esistenza implica che la natura fondamentale dell’Universo va oltre ciò che è computabile, rendendo impossibile una simulazione completa.

Qual è la principale implicazione di questo studio per la fisica?

L’implicazione principale è che la ricerca di una “Teoria del Tutto” non può basarsi unicamente sulla formulazione di un algoritmo. Essa richiede una comprensione non algoritmica più profonda, forse legata a principi che preesistono allo spazio-tempo, costringendo i fisici a riconsiderare i metodi per descrivere la realtà.

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Angela Gemito

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Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!

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