Una storia terribile, che non smette di sconvolgere, anche per la scelta fatta dagli inquirenti: due degli aguzzini di Desirée Mariottini, che l’hanno violentata quando lei era prima di coscienza, non saranno processati per omicidio, come invece era stato ipotizzato in un primo momento.
Nello specifico, Alinno Chima, detto “Sisco” e Brian Minthe, due dei quattro immigrati arrestati nelle ore successivi al ritrovamento del cadavere della ragazzina, hanno trovato dei giudici che hanno accolto le loro istanze.
La decisione è del tribunale del Riesame di Roma che ha infatti ritenuto non sussistente l’ipotesi dell’omicidio volontario sostenuta dalla procura. Il tribunale della Libertà, accogliendo le istanze delle difesa, ha anche derubricato l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima.
Per il Gip, invece, gli stranieri avevano agito “con pervicacia, crudeltà e disinvoltura”, dimostrando “una elevatissima pericolosità non avendo avuto alcuna remora a porre in essere condotte estremamente lesive in danno di un soggetto minore giungendo al sacrificio del bene primario della vita”.