Diritti universali: messi nero su bianco solo nel 1948

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Per molti di noi, soprattutto in occidente, può sembrare oggi scontato pensare che tutti gli uomini, senza alcuna distinzione, abbiano diritti ad alcuni diritti fondamentali, che non possono essere calpestati per alcun motivo.

Eppure siamo dovuti passare attraverso secoli di sottomissioni, barbarie, genocidi, olocausti, per arrivare ad avere un documento ufficiale che attestasse l’ovvio, e che cioè diritti come quello alla vita e alla dignità non possono essere negati proprio al alcuno.
La Dichiarazione universale dei diritti umani venne adottata infatti solamente il 10 Dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, alla luce di quello che era stato perpetrato durante la seconda guerra mondiale.

La Dichiarazione sancisce i diritti inalienabili di ogni essere umano, senza distinzione di razza, sesso, religione, ideologia politica.

La Dichiarazione si basa su quattro pilastri fondamentali e inderogabili: diritti della persona (diritto di eguaglianza, diritto alla vita, diritto alla libertà e alla sicurezza), diritti che spettano all’individuo nei suoi rapporti con i gruppi sociali ai quali partecipa (diritto alla riservatezza della vita familiare e diritto di sposarsi, libertà di movimento all’interno dello Stato nazionale o all’esterno, diritto ad avere una nazionalità, diritto di proprietà, libertà religiosa), diritti politici che si esercitano per contribuire a formare gli organi statali o per partecipare alla loro attività(libertà di pensiero e di riunione, diritto di elettorato attivo e passivo, diritto di accesso al governo e all’amministrazione pubblica) e diritti che si esercitano nel campo economico e sociale (diritto al lavoro e ad un’equa retribuzione, diritto al riposo, diritto all’assistenza sanitaria).

Dopo la sua promulgazione, l’Assemblea fece appello a tutti gli stati membri di divulgare il testo della Dichiarazione “affinché venga disseminata, esposta, letta e spiegata principalmente nelle scuole ed in altre istituzioni educative, senza distinzione basata sulla posizione politica dei paesi o dei territori”.

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