La bufala sulla bufala, Donald Trump e il clima.
Donald Trump, fra le poche cose chiare che aveva detto e sulle quali non ci aveva ripensato, aveva considerato il riscaldamento globale dell’effetto serra come una bufala.
Ma la netta impressione è che la bufala l’abbia detta lui. Perché, in effetti, le evidenze scientifiche di decenni di studi climatologici portano a considerare tutto il contrario delle tesi empiriche e un po’ campate in aria, di chi ha mille motivi per far prevalere la convenienza sulla scienza.
L’attuale direttore dell’Agenzia Protezione Ambientale, Scott Pruitt, ha affermato che l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane non causa cambiamenti climatici.
Ora, sarebbe interessante sapere quali e quanti sono gli studi scientifici dai quali traggono conforto le sue affermazioni.
Perché dall’altra parte di studi ce ne sono davvero tanti, a partire addirittura dal 1896, quando lo svedese Svante Arrhenius, Nobel per la chimica, teorizzò l’aumento della temperatura della Terra a causa della combustione del carbone.
E poi altri ricercatori di alto livello, come Guy Callendar nel 1938, Gilbert Plass nel 1956, Syukuro Manabe nel 1967.
Quindi, con studi pressoché costanti e omogenei quanto a risultanze, dal 1988, parole importanti sulla connessione fra riscaldamento globale ed emissioni di anidride carbonica, le ha spese proprio l‘Agenzia delle Nazioni Unite garante degli studi sul clima. E Trump? Chi è per affermare tutto il contrario?