Ti è mai capitato di ritrovarti, senza nemmeno accorgertene, a scorrere all’infinito il feed del tuo smartphone, leggendo una dopo l’altra notizie sempre più tristi, allarmanti o catastrofiche? Se la risposta è sì, hai sperimentato il doomscrolling.
Questo termine, coniato intorno al 2020 e reso celebre durante la pandemia di COVID-19, unisce la parola inglese doom (sventura, condanna) e scrolling (scorrimento). Sostanzialmente, il doomscrolling è l’abitudine compulsiva di cercare e consumare ossessivamente notizie negative online, in un ciclo apparentemente senza fine. È un comportamento riflesso di un ecosistema digitale che ci bombarda costantemente di aggiornamenti e che, spinto da algoritmi, spesso privilegia i contenuti che generano un forte coinvolgimento emotivo, anche se si tratta di emozioni negative.

Perché ci Caschiamo? La Psicologia Dietro la Ricerca di Sventura
A prima vista, può sembrare controintuitivo: perché dovremmo cercare attivamente contenuti che ci mettono ansia? La spiegazione affonda le radici in meccanismi psicologici profondi.
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- Il Desiderio di Certezza: Di fronte a crisi globali o incertezze (come guerre, pandemie o disastri ambientali), il nostro cervello attiva un istinto di allerta. Cerchiamo disperatamente informazioni per valutare la minaccia e prepararci, nella speranza inconscia di trovare la notizia che ci darà il controllo o la rassicurazione. Il problema è che, online, l’informazione non finisce mai, e il senso di certezza non arriva mai del tutto, alimentando il ciclo.
- Il Bias della Negatività: È un fenomeno ben studiato: la nostra mente dà più peso e attenzione alle notizie negative rispetto a quelle positive o neutre. Questo era un meccanismo di sopravvivenza ancestrale, ma nel mondo digitale di oggi, dove i titoli catastrofici sono ovunque, si trasforma in una trappola che ci tiene incollati allo schermo.
Uno studio del 2021 sui media durante il lockdown per il COVID-19, pubblicato su Perspectives in Psychiatric Care, ha evidenziato che il doomscrolling e il doomsurfing mediassero il disagio psicologico provato dalle persone in quel periodo.
Gli Effetti Silenziosi sulla Nostra Mente
Se è vero che mantenersi informati è fondamentale per essere cittadini consapevoli, è altrettanto vero che l’eccessiva esposizione a notizie negative ha un costo significativo per la salute mentale e fisica.
- Aumento di Ansia e Stress: Il flusso costante di input minacciosi mantiene il nostro sistema nervoso in uno stato di allerta cronica. Questo può portare a un aumento dei livelli di ansia, sintomi depressivi e un senso generale di impotenza e disperazione.
- Alterazioni del Sonno: Spesso, il doomscrolling avviene di sera, poco prima di dormire. Esporre il cervello a contenuti ansiogeni e alla luce blu dello schermo in quel momento compromette la qualità del riposo, portando a insonnia o sonno non ristoratore.
- Problemi di Concentrazione: Il sovraccarico cognitivo derivante dall’eccessiva quantità di informazioni ostacola la capacità di concentrazione e attenzione sostenuta durante le attività quotidiane.
Interrompere la Corsa: Strategie Efficaci e Umane
Per smettere di fare doomscrolling occorre un approccio consapevole e strutturato, che ci aiuti a riprendere il controllo del consumo di notizie senza isolarci dal mondo.
- Imposta Limiti di Tempo Rigidi: Non lasciare che lo scrolling riempia ogni momento vuoto. Scegli momenti specifici e brevi (ad esempio, 15 minuti la mattina e 15 minuti la sera) per l’aggiornamento. Molti sistemi operativi (come Apple Screen Time o Android Digital Wellbeing) consentono di impostare limiti di utilizzo per specifiche app (social media, news). Usali.
- Rendi lo Smartphone Meno Allettante: Un consiglio spesso citato dagli esperti è quello di rendere lo smartphone meno “smart”. Prova a impostare lo schermo in scala di grigi. I colori sono stimoli che attirano l’attenzione, e un telefono in bianco e nero è intrinsecamente meno coinvolgente e gratificante.
- Crea Attrito: Togli il Telefono dalla Camera da Letto: La sera, carica il telefono in un’altra stanza. Usa una sveglia tradizionale. Rimuovere la tentazione fisica e creare un “attrito” rende più difficile cadere nel circolo vizioso del doomscrolling notturno.
- Sii Selettivo sulle Fonti e sui Contenuti: Seleziona solo 2-3 fonti di notizie affidabili e di alta qualità e ignora il resto. Inoltre, cerca attivamente contenuti positivi, stimolanti o edificanti, come spiegato da Brian X. Chen del New York Times, che suggerisce di “annegare lentamente dentro una specie di sabbie mobili emotive, abbuffandosi di notizie negative”. Contrasta questa “abbuffata” con una dieta informativa più bilanciata.
- Sostituisci l’Azione: Quando senti l’impulso di scrollare, sostituiscilo con un’azione positiva. Alzati per fare una breve passeggiata, scrivi in un diario, o chiama un amico. Sostituire un’abitudine dannosa con una costruttiva è il modo più efficace per spezzare il ciclo.
FAQ sul Doomscrolling
D: Il doomscrolling è considerabile una vera e propria dipendenza? R: Sebbene non sia classificato come disturbo clinico ufficiale, molti esperti e studi, come quelli citati dall’Istituto Beck, lo assimilano a una dipendenza comportamentale. L’incapacità di interrompere la lettura compulsiva di notizie negative, nonostante le conseguenze dannose su ansia e umore, presenta forti analogie con altre dipendenze da internet o dai social media.
D: Qual è il legame tra doomscrolling e l’ansia? R: C’è un legame bidirezionale. L’ansia preesistente, o l’ansia indotta da eventi esterni, amplifica la tendenza a cercare informazioni per ridurre l’incertezza. A sua volta, l’esposizione prolungata e costante a notizie catastrofiche e negative rinforza le convinzioni pessimistiche, peggiorando i sintomi d’ansia e il senso di impotenza.
D: Come posso aiutare un amico che pratica il doomscrolling? R: La cosa migliore è parlare apertamente della consapevolezza e dei limiti. Suggerisci di dedicare tempo ad attività offline che li gratifichino, come un hobby o l’esercizio fisico, per bilanciare la negatività. Incoraggiali a stabilire orari specifici per le notizie e a disattivare le notifiche, offrendo un supporto pratico per la disintossicazione digitale.
D: Quali tipi di contenuti sono più propensi a innescare il doomscrolling? R: Solitamente sono tutti i contenuti che riguardano minacce reali o percepite, come pandemie, guerre, crisi economiche, politiche molto polarizzate o disastri naturali. Gli algoritmi dei social media, nel loro intento di massimizzare l’interazione, spesso mettono in evidenza le storie che evocano le emozioni più intense, e in questo la paura e la rabbia sono molto efficaci.
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