Ecco perchè gli scafi delle navi da trasporto sono rossi

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La pratica di verniciare di rosso la parte inferiore delle navi ha origini antichissime, risalenti alle civiltà marittime di Cartagine e Grecia, migliaia di anni fa. In quel periodo, i natanti erano prevalentemente costruiti in legno, e il colore rosso non aveva solo una funzione estetica ma soprattutto protettiva. Gli antichi marinai facevano uso di una miscela di minio, grassi animali e altre sostanze per proteggere le imbarcazioni dall’attacco di organismi nocivi come cirripedi e teredini, che minacciavano la loro struttura perforando il legno.

Ecco perche gli scafi delle navi da trasporto sono rossi
Foto@Pixabay

Con l’avanzare dei secoli e il progresso dell’ingegneria navale, questa tradizione si è mantenuta, sebbene le motivazioni siano mutate. Oggi, il caratteristico rosso degli scafi è dovuto principalmente all’impiego di vernici antivegetative, che contengono composti di rame responsabili del loro colore distintivo. L’introduzione del rame nella produzione di queste vernici risale al XVIII secolo, epoca in cui la Royal Navy britannica iniziò a rivestire gli scafi delle proprie navi con lastre di questo metallo, noto per le sue proprietà biocide, efficaci nel prevenire l’accumulo indesiderato di organismi marini sulle superfici sommerse.

L’evoluzione dalle lastre di rame alla vernice arricchita con questo metallo ha permesso all’industria navale di continuare a beneficiare delle sue qualità biocide, mantenendo le navi più efficienti. La diffusione lenta di rame nell’acqua circostante crea un ambiente inospitale per gli organismi marini, impedendo loro di aderire agli scafi. Questo progresso tecnologico ha un impatto significativo sull’efficienza energetica delle imbarcazioni, poiché il biofouling può aumentare la resistenza al movimento della nave, incrementando il consumo di carburante fino al 40%, come dimostrato da uno studio pubblicato sul Biofouling Journal nel 2011.

Tuttavia, l’uso di vernici antivegetative a base di rame solleva questioni ambientali, poiché il rilascio di questo metallo negli ecosistemi marini può essere dannoso per la vita acquatica, specialmente quando le concentrazioni diventano tossiche. Questo ha portato a dibattiti e regolamentazioni in varie parti del mondo, inclusa la California, dove si sono imposte restrizioni al loro uso a causa dell’impatto ambientale.

In risposta a queste preoccupazioni ecologiche, la comunità scientifica e ingegneristica sta esplorando soluzioni alternative che possano prevenire il biofouling senza arrecare danni all’ambiente. Tra queste, ricerche recenti stanno valutando l’efficacia di superfici biomimetiche, ispirate alla pelle dello squalo. Quest’ultima, grazie a delle microstrutture chiamate denticoli, mostra una resistenza naturale alla crescita di microrganismi, suggerendo un approccio innovativo ed ecologico per proteggere gli scafi delle navi.

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