Ecco perchè le statue antiche ce l’avevano piccolo

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Potrebbe essere difficile ammetterlo, ma c’è chi ha camminato per musei o gallerie guardando con incertezza le statue, chiedendosi il motivo per cui gli uomini fossero rappresentati con dimensioni ridotte in alcune parti del corpo.

Ecco perche le statue antiche ce avevano piccolo
Foto@Pixabay

A volte le dimensioni possono contare, e spesso la società moderna promuove l’idea che più grande sia meglio.

Un’analisi fatta da una donna, Ruby Reign, sulla ragione per cui le antiche statue greche appaiano così dotate ha attirato molta attenzione online. Si è interrogata sulle mani piccole delle figure storiche, decidendo di indagare.

In un video su TikTok, come rivela il portale LadBible, ha posto la domanda sul perché tante statue greche antiche abbiano un fisico muscoloso ma piccole dimensioni in altre parti. Ha quindi cercato di scoprirlo.

Se oggi l’atteggiamento verso molte cose, incluso questo particolare aspetto, sembra sottolineare che più grande è meglio, la ricerca di Ruby ha rivelato che non è sempre stato così.

Ha spiegato che, nella Grecia antica, era comune rappresentare i nemici, gli Egiziani, e altri in maniera esagerata. Avere dimensioni maggiori era visto negativamente, una visione differente da quella moderna.

Ruby ha scoperto che, in quel periodo, una dimensione ridotta era associata alla virtù, civiltà, autocontrollo, o disciplina, mentre una più grande era legata alla lussuria e alla barbarie. Un punto di vista affascinante, poiché contraddice le attuali percezioni.

Se ti stai chiedendo il motivo di questa rappresentazione degli eroi dell’antica Grecia, Ruby ha affermato che è collegato al cambiamento delle percezioni.

I suoi video hanno attirati milioni di visualizzazioni, con commenti entusiasti da parte della comunità. Alcune persone hanno espresso il desiderio di tornare a quella visione, mentre altri si sono lamentati di essere nati nell’epoca sbagliata.

Ruby ha concluso sottolineando come la nostra varia percezione delle dimensioni mostri che la bellezza non ha una definizione oggettiva. Ha riflettuto sul contrasto tra la prospettiva antica che vedeva il più piccolo come migliore, e l’opinione moderna che spesso considera il più grande come migliore.

La sua analisi ci ricorda che gli standard di bellezza e gli ideali sono costrutti sociali e che non dovremmo lasciarci abbattere per come ci vediamo.

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