La prima “eclissi su richiesta” mai realizzata
Nel marzo 2025, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha scritto una nuova pagina nella storia dell’osservazione solare, pubblicando le immagini della prima eclissi solare artificiale ottenuta nello spazio. Il risultato è frutto della missione Proba-3, un progetto ingegneristico d’avanguardia in cui due sonde volano in formazione sincronizzata a una distanza di soli 150 metri, con precisione millimetrica.

Come funziona l’eclissi artificiale?
Le due sonde protagoniste della missione sono Occulter e Coronagraph. La prima è dotata di un disco di 1,4 metri progettato per oscurare il Sole. Questo crea un’ombra artificiale che consente al coronografo ASPIICS, installato sull’altra sonda, di osservare la corona solare — la parte esterna e più tenue dell’atmosfera del Sole — senza interferenze luminose.
A differenza delle eclissi naturali, che avvengono raramente e durano solo pochi minuti, il sistema Proba-3 consente di generare un’eclissi ogni 19,6 ore, con una durata osservativa potenziale fino a sei ore consecutive per orbita.
Immagini inedite della corona solare
Le immagini raccolte mostrano dettagli mai visti con questa continuità:
- In verde scuro, appare il ferro altamente ionizzato, che rivela le aree più calde della corona.
- Il giallo evidenzia l’elio, permettendo di visualizzare le protuberanze solari: giganteschi archi di plasma sospesi sopra la superficie solare.
- Il viola rappresenta i flussi coronali in luce bianca, offrendo un quadro dinamico delle condizioni dell’atmosfera esterna solare.
Secondo il dott. Andrei Zhukov dell’Osservatorio Reale del Belgio, principal investigator della missione, “la nostra capacità di osservare l’eclissi su richiesta rappresenta un passo epocale per la ricerca solare”. Le immagini sono state catturate al primo tentativo, confermando la straordinaria affidabilità del sistema.
Perché è un traguardo storico?
L’eclissi artificiale di Proba-3 apre una nuova era per l’eliosismologia, lo studio delle onde generate all’interno del Sole, e per l’analisi dei brillamenti e delle espulsioni di massa coronale, eventi che influenzano lo spazio terrestre e le tecnologie satellitari. Inoltre, la possibilità di avere osservazioni cicliche e programmabili rappresenta un enorme vantaggio rispetto alle eclissi naturali, che avvengono al massimo due volte l’anno e in località geografiche limitate.