Circa 79 anni fa, nel Mar Baltico, si verificò una tragedia navale che superò in gravità l’incidente del Titanic, con la perdita di oltre 9.000 vite. Il 30 gennaio 1945, la nave tedesca Wilhelm Gustloff venne affondata da un sottomarino sovietico. Questo vascello trasportava prevalentemente rifugiati della Seconda Guerra Mondiale, come riportato da Mültkor.
La Wilhelm Gustloff era un’imponente nave di 208 metri di lunghezza, 24 metri di larghezza e una stazza lorda di 26.000 tonnellate. Varata nel 1937, era intitolata al leader dei nazisti svizzeri e dotata di quattro motori che sviluppavano un totale di 9.500 cavalli. Con i suoi nove ponti, poteva raggiungere una velocità di 15,5 nodi (circa 29 km/h). Originariamente impiegata per crociere, fu trasformata in nave ospedale con l’inizio della guerra.
Durante l’Operazione Annibale, a gennaio 1945, quasi due milioni e mezzo di civili tedeschi, soprattutto donne, bambini e anziani, fuggirono dalla Prussia Orientale verso la Germania a causa dell’avanzata dell’Armata Rossa. Questa fu la più vasta evacuazione marittima della storia.
Il 30 gennaio 1945, con temperature di -18 gradi, la Wilhelm Gustloff partì da Gotenhafen (oggi Gdynia, Polonia) con oltre diecimila rifugiati a bordo. Durante il viaggio, una tempesta di neve paralizzò i suoi cannoni e i sistemi di rilevamento dei siluri. Il transatlantico, divenuto indifeso, fu avvistato dal sottomarino sovietico S-13, che lo seguì per due ore prima di lanciare quattro siluri.
Colpita da tre siluri, sulla nave scoppiò il panico. Il capitano ordinò di calare le scialuppe di salvataggio, ma molte erano inutilizzabili a causa del gelo. Anche se tutte fossero state operative, migliaia di persone sarebbero rimaste a bordo. La nave si inclinò e affondò in mezz’ora, causando la morte di almeno 9.000 persone, inclusi 5.000 bambini. Molti perirono calpestati o scivolati nell’acqua gelida, dove la sopravvivenza era impossibile per più di pochi minuti. Solo 1.239 persone furono salvate.
L’affondamento fu inizialmente taciuto, non riportato né dal Terzo Reich in declino né dall’Unione Sovietica. Per decenni, rimase un argomento tabù, con i sovietici riluttanti a riconoscere la morte di così tanti civili innocenti e i tedeschi, colpevoli per aver scatenato la guerra, silenti sull’argomento.
Gli storici continuano a dibattere se si trattò di un crimine di guerra o di una tragica conseguenza del conflitto. La storia della Wilhelm Gustloff divenne nota dopo la riunificazione tedesca. Nel 2002, il premio Nobel Günter Grass trattò l’argomento nel suo romanzo “Ráklépsben”, e nel 2008 la ZDF produsse un docu-film sull’evento.