Michael Franzese, ex figura di spicco della mafia newyorkese, ha rivelato al Daily Star di conoscere l’identità dell’assassino del presidente John F. Kennedy, dichiarando che porterà questo segreto nella tomba.
Ha tuttavia accennato al coinvolgimento della mafia nell’omicidio, su richiesta della CIA per organizzare l’agguato mortale. Franzese, un tempo affiliato alla famosa famiglia Colombo, ha affermato che l’enorme influenza della mafia era tale che le agenzie federali americane si rivolgevano frequentemente a loro per compiti oscuri, inclusi piani contro il presidente cubano Fidel Castro.
Kennedy fu assassinato il 22 novembre 1963, a Dallas, Texas, e sebbene Lee Harvey Oswald sia stato ufficialmente accusato come l’unico attentatore, Franzese sostiene l’esistenza di un complotto mafioso dietro l’assassinio. Ha espresso frustrazione per il continuo rinvio della pubblicazione di documenti classificati che, secondo lui, potrebbero confermare le sue affermazioni.
Franzese, ora settantaduenne, ha testimoniato l’impatto della violenza e del crimine organizzato sulla sua vita, pur essendosi distinto nel contrabbando di benzina e defraudando il governo di miliardi in tasse. Nonostante un passato violento e il suo ruolo in numerosi crimini, è riuscito a ritirarsi dalla vita mafiosa senza l’aiuto del programma di protezione testimoni, e oggi vive una vita diversa come oratore motivazionale e imprenditore nel settore vitivinicolo e della ristorazione. La sua storia è stata anche portata sul grande schermo, con lui interpretato da Joseph Boni nel film “Quei bravi ragazzi”.
Franzese riflette sulla sua vita passata e sull’evoluzione del potere mafioso, notando come la sua influenza sia diminuita rispetto ai tempi in cui poteva influenzare gli eventi politici nazionali. Nonostante il cambiamento dei tempi, la sua esperienza offre uno sguardo unico nell’intreccio tra crimine organizzato e politica negli Stati Uniti.