Facebook, la pagina personale può essere lasciata in eredità

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In ambito giuridico, la successione mortis causa è quel fenomeno giuridico secondo il quale, alla morte di un soggetto segue l’estinzione dei rapporti personalissimi, ossia quelli strettamente inerenti alla persona (ad esempio diritto al nome, alla libertà, all’integrità personale) e familiari (potestà genitoriale, matrimonio), mentre i rapporti patrimoniali vengono, normalmente, trasmessi ad altri soggetti, in base a un complesso di regole che prende il nome di diritto ereditario.

La successione del patrimonio del defunto può avvenire o per legge oppure per testamento, a seconda che l’individuazione dei chiamati all’eredità avvenga per legge (cosiddetta legittima) o per testamento (testamentaria).

Capita spesso che chi muoia non abbia fatto testamento. In questi casi, la legge stabilisce delle regole per dividere i beni del defunto tra i parenti superstiti.

Se il defunto lascia solo il coniuge e non vi sono figli, spetterà tutto a questi. L’eredità spetta anche al coniuge separato se a quest’ultimo non sia stata addebitata la separazione nella sentenza di separazione. Ciò ovviamente non vale invece nel caso di coniuge divorziato.

In caso di morte di un figlio, soprattutto se questo è giovane o giovanissimo e quindi senza alcun altro legame, spetta ai genitori: ai genitori spettano tutti i suoi oggetti, le sue lettere, i suoi monili.

E a quanto pare, d’ora in avanti, anche il profilo personale sui social network potrà essere lasciato in eredità.

Nello specifico, i social network vengono ereditati al pari degli altri bene ed è quindi diritto degli eredi accedere al profilo del parente deceduto.

Così, almeno, ha stabilito la Corte Federale di Giustizia di Karlsruhe, in Germania, in una sentenza riguardante il caso dei genitori di una ragazza 15enne uccisa nell’impatto contro un treno a Berlino nel 2012.

Come scrive Skytg24, nel 2012 la ragazza tedesca muore finendo sotto un treno. Partono le indagini e i genitori vogliono vederci chiaro. Così chiedono di poter accedere all’account Facebook della figlia scomparsa. Sulla morte della ragazza, infatti, ci sono (ancora ora) dubbi.

I genitori, quindi, chiedono di poter avere le credenziali di accesso al profilo Facebook della loro figlia per poter vedere se fra le chat riescono a trovare qualche informazione in più. Ma la richiesta della coppia viene immediatamente respinta da colosso di Mark Zuckerberg e l’account della ragazza viene bloccato per questioni di privacy.

Successivamente, Facebook ha poi trasformato l’account in una «pagina memoriale», dove nessuno può modificare i dati ma gli amici, se vogliono, possono lasciare delle dediche.

I genitori quindi decidono di adire le vie legali.

I giudici del tribunale di primo grado di Berlino, inizialmente, avevano stabilito che il profilo Facebook dell’adolescente fosse da intendere coperto dalla legge sull’eredità, inclusi i contenuti digitali creati dalla ragazza.

Ma il social network aveva fatto ricorso e nel 2017 la Corte d’Appello aveva ribaltato il primo pronunciamento.

Ora, però, c’è l’ennesima svolta: un profilo su un social network può essere ereditato.

.Facebook ha commentato attraverso una sua portavoce dichiarando: “Siamo rispettosamente in disaccordo con la sentenza e la durata del processo dimostra quanto sia complessa la questione”.

La corte federale, invece, ha evidenziato l’ampia validità di questa sentenza affermando che: “Il verdetto riguarda anche altri social media, non solo Facebook ma anche  Instagram e gli altri. Una decisione con conseguenze ampie”.

Al di là delle polemiche, che di certo non si spegneranno molto presto, si tratta comunque  di una sentenza importante perché riconosce di fatto l’esistenza dell’eredità digitale, assimilabile a quella dei beni materiali.

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