Foibe: quando eravamo noi ad essere i diversi

VEB

Nel clima attuale di odio, intolleranza, esclusione sono la storia e la memoria a rappresentare l’unica via d’uscita.

Dobbiamo ricordare che fino a pochi decenni fa eravamo noi gli “altri”, gli esclusi, gli indesiderati, senza contare che ancora oggi centinaia di migliaia di giovani, ogni anno, sono costretti ad emigrare per cercare quel riscatto sociale che la nostra terra non permette.

Anche noi eravamo trattati come “appestati”, anche noi non eravamo ben accetti, ed anche se non siamo mai stati lasciati in balia delle onde senza lasciarci attraccare in terra straniera, i nostri avi hanno subito le molteplici “pulizie razziali” che non devono cadere nel dimenticatoio.

L’esempio più noto e terribile è quello delle Foibe.

Tra il Settembre 1943 e il Febbraio 1947 italiani di Istria e Dalmazia furono uccisi a migliaia dalle truppe comuniste di Tito nelle cavità carsiche: le foibe, appunto.
Le foibe sono dei veri e propri abissi, fosse profondissime, particolarmente utili per disfarsi di oggetti di grandi dimensioni, e quindi perché no di migliaia di persone spinte giù nel vuoto?

All’indomani dell’armistizio, in Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono contro i fascisti che, nell’intervallo tra le due guerre, avevano amministrato questi territori con durezza, imponendo le proprie regole e i propri usi e costumi.

L’esercito di Tito, negli anni successivi, provò a riconquistare quelle stesse zone e tutti gli italiani che non si piegarono alla cacciata forzata o furono fucilati e poi gettati nelle foibe o addirittura vi furono lanciati vivi, andando incontro a morte certa.

Particolarmente note sono la ‘foiba dei colombi’ di Vines, in Istria (nella attuale Repubblica di Croazia), dalla quale vennero recuperati, nel 1943, ben 84 corpi, e il pozzo di Basovizza, nei pressi di Trieste, in cui nel 1945 venne gettato un numero imprecisato di persone.

Si stima che in tutto, nelle foibe, finirono un numero di italiani compreso tra le 4000 e le 5000 persone, anche se non si esclude che ne fossero molte di più.

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