Giglio, isola toscana dalla natura incontaminata

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Negli ultimi anni è diventata tristemente nota per il naufragio della nave Costa Concordia, in cui persero la vita ben 32 persone, ma in realtà l’Isola del Giglio è una terra bellissima, ricca di storia e di bellezze naturali, tutte da conoscere ed apprezzare.
Situata nell’Arcipelago Toscano di fronte al Monte Argentario, con i suoi 21 kmq di estensione è la seconda isola più grande dell’Arcipelago.

Facilmente raggiungibile mediante i traghetti che partono quotidianamente da Porto Santo Stefano così come informazioni sui traghetti del porto dell’isola di Giannutri, facente parte dello stesso Comune e che garantiscono i collegamenti tutto l’anno, l’Isola è una vera e propria perla che serba bellezze naturali che lasciano senza fiato e che nulla hanno da invidiare a molti altri paradisi più rinomati.

Mentre i centri abitati sono solo tre, Giglio Castello, Giglio Porto e Giglio Campese, la maggior parte del territorio è ricoperta da una fitta vegetazione e da una miriade di sentieri che conducono tutti lungo il versante costiero, che si estende per 27 km, la maggior parte dei quali rocciosi.

Giglio Castello rappresenta la parte alta e interna dell’isola e per le sue bellezze architettoniche è stata inserita nella lista dei Borghi più belli d’Italia: imperdibile, se si arriva sull’isola, una visita alla Chiesa di San Pietro, risalente al XV secolo e che custodisce il tesoro di papa Innocenzo XIII, e alla Rocca aldobrandesca.

Il Castello, tipicamente medioevale con tanto di porta d’accesso, mura e torri d’avvistamento, si erge solitario e maestoso, offrendo un’incredibile vista sul mare, ma nella stagione estiva si rallegra anche grazie a feste e manifestazioni che si tengono al suo interno.

Giglio Campese è invece la parte più bassa dell’isola, quella dove sono presenti tutte le strutture ricettive: bar, ristoranti, lidi, hotel, negozi rendono questa zona particolarmente viva ed amata dai turisti in visita, che si perdono nel folklore locale.
Giglio Porto, unico porto dell’isola, accoglie invece tutti i traghetti che arrivano da Porto Stefano. Per il grande via vai turistico non mancano certo negozi e botteghe di ogni genere nelle strette viuzze della cittadina, ma anche hotel, affittacamere e Bad and Breakfast, per offrire la soluzione ideale proprio per tutti.
Del comune di Isola del Giglio fa parte amministrativamente anche l’Isola di Giannutri, che rappresenta

la parte più meridionale dell’Arcipelago Toscano e si trova a circa 8 miglia a sud-est del Giglio e a circa 6 miglia a sud-ovest del Monte Argentario.

Nel porto di Giannutri, dove attraccano i traghetti per l’isola del Giglio, si trovano cala Spalmatoio e cala Maestra.
Zona particolarmente viva e ridente in epoca romana, periodo in cui fu costruito lo stesso porto e un’enorme villa che doveva accogliere la ricca famiglia patrizia degli Enobarbi, Giannutri è rimasta per secoli disabitata e questo ha contribuito a preservare molte delle sue bellezze naturali, che ancora oggi paiono incontaminate.

Oggi spunta qualche abitazione e qualche villa, ma non sono ammessi veicoli, anche perché mancano le strade e strutture ricettive in grado di accogliere una eventuale gran mole di turisti.

I suoi fondali sono però una manna per gli amanti dello snorkeling, per la varietà della fauna acquatica ma anche per i tanti relitti presenti, tra cui spicca l’Anna Bianca, nave da carico colata a picco nel 1971.

Per visitarla, come abbiamo già visto, è possibile attraccare con i traghetti, che in estate sono molto numerosi, ma anche con mini crociere da Porto Santo Stefano e Castiglione della Pescaia.

Ritornando all’Isola del Giglio nel suo complesso, impossibile non fare menzione ai bellissimi fari, tra cui spicca il faro di Capel Rosso, che è uno dei più belli e si trova al suo estremo sud, nei pressi di Punta di Capel Rosso. Questo faro deve la sua fama anche a Paolo Sorrentino, che lo ha immortalato nel suo film Premio Oscar “La grande bellezza”.

Ma è indubbio che la maggior parte dei turisti che arrivano qui lo fanno per le sue spiagge e i suoi meravigliosi fondali.

La spiaggia più grande è quella del Campese, famosa per il caratteristico colore rossastro della sabbia, che si accentua maggiormente al tramonto. Situata sul lato nord-ovest dell’isola è delimitata dal faraglione sulla punta sud e dalla torre medicea sulla punta nord. Sul lato occidentale, a solo 200 metri dalla spiaggia, si nasconde inoltre una piccola caletta sabbiosa raggiungibile a piedi o via mare.

La spiaggia delle Cannelle si trova sulla costa orientale al sud del porto ed è la seconda spiaggia per dimensioni dopo Campese: amatissima per i fondali poco profondi e la sabbia bianca, è molto frequentata anche per la sua vicinanza al porto, senza doversi servire di bus o taxi per spostarsi.

Non può mancare una menzione alla spiaggia dell’Arenella, che nelle sue migliori giornate non ha nulla da invidiare ai mari caraibici, coi fondali in cui si alternano sabbia e roccia.

Tutto questo non vi basta per decidere di organizzare una gita o una vacanza in questa meravigliosa isola?

Allora vi diamo un ulteriore ottimo motivo: anche qui, come del resto in ogni angolo della nostra penisola, si mangia benissimo e ci sono prelibatezze tipiche da leccarsi i baffi.

Tra i dolci non si può non assaggiare il “panificato”, una sorta di “pagnottella” preparata con fichi, pinoli, nocciole, mandorle, marmellata d’uva, vinella, mele cotogne, cannella, cioccolato, ma anche le frittelle di riso completamente cosparse di riso e il “corollo”, un dolce semplice, fatto di uova, zucchero, farina, scorza di limone, ma che nelle pasticcerie si trova declinato in numerose varianti.

Per gli amanti dei primi, quelli assolutamente da assaggiare sono tre: pasta al sugo di mendole, pasta al sugo di astice e spaghetti al sugo di patelle. In tutti i ristoranti è facile inoltre trovare il “Pesce in scaveccio”, un pesce povero infarinato, fritto e condito con una salsa particolare, preparata con l’olio usato per la frittura a cui si aggiungono aceto caldo, uvetta, aglio schiacciato, rosmarino e sale.

Ad accompagnare il tutto, naturalmente, non può mancare il buon vino locale: l’Ansonaco, un vino bianco e secco, dal sapore deciso e dal colore quasi ambrato e lo “scelto di giglio”, un vino rosso molto corposo, dal sapore intenso, che si ottiene dalle uve più diverse, provenienti dalle coste mediterranee.

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