Google rischia una nuova maxi multa miliardaria dall’UE

VEB

Poco più di un anno fa, esattamente nel giugno del 2017, la Commissione europea aveva imposto a Google un’ammenda di 2,42 miliardi di euro per violazione delle norme antitrust.

Secondo gli analisti della commissione alla Concorrenza, la società di Mountain View aveva abusato della sua posizione dominante sul mercato in quanto motore di ricerca accordando un vantaggio illegale al suo servizio di comparazione degli acquisti.

Nello specifico, l’Unione Europea aveva accusato Google di mostrare – nelle sue pagine dei risultati – link verso siti per gli acquisti online che pagano per essere messi in evidenza, senza dare spazi ad altri motori di ricerca dedicati esclusivamente allo shopping come ad esempio Kelkoo.

Stando ai dati raccolti dalla Commissione, Google ha ottenuto vantaggi dalla propria posizione dominante, a scapito della concorrenza. Da quando ha iniziato a mostrare il suo servizio Shopping in testa alla pagina dei risultati, il traffico generato dal sistema è aumentato di 45 volte nel Regno Unito, di 35 in Germania, di 19 in Francia e di 14 volte in Italia. La Commissione ha anche rilevato una netta riduzione del traffico verso altri servizi analoghi a quello di Google, ma realizzati da motori di ricerca per gli acquisti online più piccoli.

Questa multa era la più alta mai decisa dall’ Unione Europea per un’azienda tecnologica: era, perché  dovrebbe arrivarne a breve una ancora più salata, e nuovamente a scapito di Google.

L’antitrust europeo si prepara infatti a comminare una multa multi-miliardaria a Google per abuso di posizione dominante con il suo sistema operativo Android: lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali la multa dovrebbe superare i 2,4 miliardi di euro inflitti appunto lo scorso anno.

Del resto, sono mesi che l’ente europeo sta portando avanti un’indagine per verificare se la necessità di includere i servizi di Google (Maps, Chrome, Hangouts, etc) per poter includere il ricchissimo catalogo di applicazioni del Play Store negli smartphone e nei tablet Android sia stato un abuso e che sia stato fatto per avvantaggiare scorrettamente i propri servizi.

Nella sua azione contro Google, l’Ue potrebbe anche richiedere modifiche nelle pratiche di Android.

Questa eventuale decisione avvantaggerebbe senz’altro i rivali di Google come Microsoft, il cui pacchetto di servizi Office (OneNote, Outlook, etc) è già incluso nei dispositivi Samsung, per esempio, e che potrebbe quindi essere il naturale sostituto dei vari Chrome, Maps e similari.

Google quasi certamente presenterà immediatamente ricorso contro la multa, quanto meno per diminuire l’ammontare da pagare, ma nel frattempo potrebbe essere costretto ad apportare immediatamente delle piccole ma significative al proprio sistema operativo mobile.

Ricordiamo che nelle ultime ore anche Gmail è finito nel mirino, in questo caso del Parlamento Usa, che ha richiesto risposte ad Alphabet in merito a questioni sulla privacy relative al popolare servizio di posta elettronica offerto dal gruppo.

Nello specifico è stato chiesto ai vertici del servizio di spiegare la pratica  di consentire agli sviluppatori di app di terze parti di passare in rassegna i contenuti della posta elettronica per scopi commerciali.

I senatori, scrive Milano Finanza oggi, hanno aggiunto che Google potrebbe non fare abbastanza per salvaguardare i dati di Gmail e hanno chiesto all’azienda di esporre nel dettaglio tutte le circostanze in cui gli sviluppatori hanno condiviso dati di Gmail con terze parti.

Nonostante Google abbia abbandonato un anno fa la prassi di setacciare i contenuti delle email a scopo pubblicitario, continua a permettere a centinaia di sviluppatori esterni di esplorare le caselle di posta degli utenti Gmail che si sono registrati a servizi basati su email.

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