Il mistero di latitudine zero e longitudine zero

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Il concetto di Isola Null emerse nel campo dei sistemi di informazione geografica (GIS) per indicare un’ubicazione fittizia alle coordinate 0° latitudine e 0° longitudine, dove l’equatore e il meridiano di Greenwich si incontrano nell’Oceano Atlantico.

Il mistero di latitudine zero e longitudine zero

Questa nozione serve un proposito importante nella comunità GIS, specialmente per la correzione di errori nei dati geografici. L’idea si sviluppò per risolvere le imprecisioni nei sistemi di geocodifica, permettendo ai sistemi di riferire a queste coordinate specifiche in caso di errori o dati mancanti.

Materialmente, non esiste alcuna terra a queste coordinate, con l’unico elemento fisico presente essendo una boa di osservazione meteorologica, parte del programma PIRATA, posizionata in quest’area del Golfo di Guinea, lontana oltre 600 chilometri dalla terra più vicina.

La definizione di Isola Null come un’entità digitale in datasets, rappresentata come una piccola porzione di terra, aiuta gli analisti a identificare errori di geocodifica causati da dati inseriti scorrettamente. La presenza di un punto di riferimento a queste coordinate facilita l’identificazione e la correzione di tali errori, incrementando l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni geografiche.

Curiosamente, l’Isola Null ha guadagnato attenzione e popolarità, essendo stata illustrata su mappe e persino dotata di un sito web. Questo interesse riflette l’importanza dell’accuratezza dei dati geografici e degli approcci creativi adottati per mitigare errori. La comunità cartografica ha abbracciato l’Isola Null con un senso di fantasia, attribuendole una bandiera immaginaria e una “popolazione” di computer che inviano dati a queste coordinate per errore.

Oltre all’Isola Null, esistono altri esempi di luoghi immaginari o concettuali nel mondo della geografia e della cartografia, come il Four Corners Monument negli Stati Uniti, un punto di incontro tra quattro stati che serve sia da attrazione turistica che da riferimento cartografico.

Analogamente, i poli dell’inaccessibilità segnano i punti più remoti della Terra, lontani da qualsiasi caratteristica geografica facilmente raggiungibile, illustrando l’interesse umano per la definizione e l’esplorazione dei confini geografici e concettuali.

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