Senso del gusto dipende anche da udito e tatto

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Se è vero che un piatto, prima di essere buono, deve essere anche bello, perché si sa che una buona presentazione ne influenza senza dubbio la riuscita, a quanto sembra il senso del gusto, oltre che dalla vista, può essere ingannato anche dal tatto e persino dall’udito.

I sensi per l’uomo sono sempre stati alla base della vita, ma che dal tatto e dall’udito possa dipendere il nostro senso del gusto, è davvero una novità interessante che alcuni studiosi hanno pensato bene di portare in laboratorio.

Secondo le ricerche di Charles Spence, psicologo dell’università di Oxford, che passa in rassegna le ultime scoperte in un articolo sul New Yorker, il senso del gusto è ‘vincolato’ agli altri e il sapore che si sente è influenzato dal packaging, dal colore dell’alimento e dal suono che produce.

La prima ricerca di Spence in questo campo, premiata con un Ig Nobel, ha dimostrato che chi mangia le patatine le crede più o meno ‘fresche’ a seconda del suono che fanno. In seguito gli esperimenti del ricercatore inglese hanno scoperto che una mousse ha un sapore più dolce del 10% se viene mangiata in un contenitore bianco piuttosto che in uno nero, e che il gusto del caffè è giudicato più intenso se è bevuto in una tazza bianca invece che in una trasparente.

Oltre ad applicazioni commerciali, come uno studio in corso su come varia la percezione del gusto di una bevanda a seconda del diverso rumore che fa la lattina che la contiene aprendosi, ci sono anche risvolti più ‘seri’, come cercare di far recuperare il gusto per il cibo a chi lo ha perso parzialmente, come gli anziani.

Alcune ricerche, spiega il ricercatore, hanno notato che gli anziani devono aggiungere il doppio del sale a una zuppa per ottenere lo stesso sapore, ma questo effetto può essere mitigato presentando la zuppa in un piatto blu, un colore che viene associato agli alimenti salati. Anche la perdita di olfatto tipica degli anziani può essere controbilanciata accompagnando il cibo con degli effetti sonori.

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