Birra Infetta e Scenari Apocalittici: Una Simulazione Reale?
Sembra il titolo di un film, ma è il punto di partenza di un’analisi economica seria: un’ipotetica birra prodotta e venduta esclusivamente nel Regno Unito, veicolo di un virus zombie. Per quanto bizzarro, questo dettaglio è stato scelto dal NIESR per simulare una rapida e vasta diffusione di un agente patogeno. La scelta della birra non è casuale, ma tiene conto del ruolo centrale della cultura dei pub nella società britannica.

Gli analisti hanno calcolato che un consumo pro capite di 15 barili di questa birra infetta porterebbe a 2.640 infezioni iniziali. Successivamente, la trasmissione avverrebbe da persona a persona. È fondamentale sottolineare che il NIESR utilizza questo scenario estremo non per prevedere un’apocalisse zombie, ma per studiare gli effetti di eventi catastrofici che sconvolgono l’ordine pubblico e la stabilità dall’oggi al domani. Si parla quindi di impennate dei prezzi, carenza di beni e una grave recessione economica, non di un collasso totale del mondo come lo conosciamo.
Il modello del NIESR, arricchito dalle lezioni apprese dalla pandemia di COVID-19 e dalla guerra russo-ucraina, ha esaminato l’evoluzione di questa epidemia fittizia su un periodo di cinque anni, con aggiornamenti trimestrali. Un’ipotesi cruciale è lo 0% di probabilità di guarigione, ovvero l’assenza di una cura. Tuttavia, pur peggiorando significativamente l’aspettativa di vita, la “popolazione zombie” britannica si ridurrebbe a meno di 10.000 unità entro 13 anni, grazie a una mortalità elevata tra gli infetti. I primi cinque trimestri si rivelerebbero cruciali per il contenimento.
Il Crollo Economico e Le Contromisure Governative
Come reagirebbe il governo britannico a un’emergenza di questa portata? Lo scenario prevede un lockdown nazionale immediato e un incremento massiccio degli investimenti pubblici in ricerca sui vaccini e spesa per la difesa. Per proteggere la popolazione, verrebbe esentato un gran numero di persone dal lavoro.
Tuttavia, la chiusura della produzione genererebbe un’incertezza elevata nell’approvvigionamento e una carenza di beni e servizi, portando a rivolte diffuse, simili a quelle di Londra nel 2011 e negli Stati Uniti nel 2020. Queste rivolte, previste per il terzo trimestre, aumenterebbero ulteriormente la spesa pubblica e, paradossalmente, la diffusione dell’infezione a causa dei maggiori contatti sociali.
Fortunatamente, lo scenario prevede che le prime persone infette morirebbero entro la fine del quarto trimestre e un vaccino, sviluppato entro tale data, ridurrebbe drasticamente le nuove infezioni, anche senza una cura per l’infezione esistente.
A livello internazionale, entro il secondo trimestre si assisterebbe a un massiccio sviluppo di vaccini globali, ma con un costo enorme per l’economia del Regno Unito: i paesi rifiuterebbero le importazioni e il turismo si bloccherebbe completamente per timore del contagio.
Dal lato dell’offerta, la produzione crollerebbe drasticamente, inclusa quella alimentare, portando a un’impennata dei prezzi. Questo, unito alla riduzione delle vendite, causerebbe disoccupazione. L’onere finanziario per il governo sarebbe enorme, con un significativo aumento della spesa per la gestione dell’emergenza e per la difesa, portando a un drastico aumento del debito pubblico.
Gli effetti sul PIL reale (che esclude l’impatto delle variazioni dei prezzi) sarebbero devastanti, con un calo del 30% nel quarto trimestre dell’epidemia e una media del 21% su cinque anni, a causa della riduzione della capacità produttiva. L’inflazione aumenterebbe in media del 3% su cinque anni. Interessante è l’impatto sull’occupazione: mentre l’infezione zombie ridurrebbe la disoccupazione (la forza lavoro infetta lascerebbe il lavoro), i lockdown la farebbero aumentare, con effetti di entità simile ma opposta.
Conclusioni: Perché Studiare un’Epidemia Zombie?
Questo studio del NIESR, sebbene basato su uno scenario fittizio, evidenzia l’importanza cruciale degli interventi governativi (come lockdown e spesa per R&S) nel mitigare le conseguenze economiche di crisi estreme. Simulazioni “cosa succederebbe se” come questa sono strumenti preziosi per identificare le vulnerabilità di un’economia e per sviluppare piani di risposta efficaci in caso di shock simultanei e significativi. Comprendere come crisi multiple possano mettere sotto stress i sistemi economici è fondamentale per costruire la resilienza.
Per approfondire la metodologia di modellazione economica e l’importanza della preparazione a scenari estremi, vi invitiamo a consultare le pubblicazioni del National Institute of Economic and Social Research (NIESR) e ad esplorare gli studi sulle politiche di risposta alle crisi economiche su siti autorevoli come la Banca Centrale Europea (BCE) o il Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Curiosa per natura e appassionata di tutto ciò che è nuovo, Angela Gemito naviga tra le ultime notizie, le tendenze tecnologiche e le curiosità più affascinanti per offrirtele su questo sito. Preparati a scoprire il mondo con occhi nuovi, un articolo alla volta!