Influenza aviaria, torna a far paura segnalazione a Lamezia

VEB

In questi giorni tutti gli occhi sono puntati sull’influenza stagionale: il ceppo, molto aggressivo, ha dilagato in Australia, poi in tutta Europa, ed ora ha già messo a letto oltre tre milioni di italiani, senza aver neppure raggiunto ancora il suo picco.

Ma in queste ore torna a far paura anche l’influenza aviaria: è infatti allarme influenza H1N1 nel nostro paese e più nello specifico a Lamezia Terme dove si è verificato un decesso e un altro paziente risulta essere stato ricoverato e monitorato al momento dai medici.

L’influenza H1 N1, meglio conosciuta come influenza aviaria, pare quindi che colpisca ancora e questa volta è toccata alla Calabria.

Non sono state rese ancora note le generalità dell’anziana signora che nella nottata di ieri è deceduta presso l’ospedale di Giovanni Paolo Il della città di Lamezia Terme: per la donna nonostante i medici hanno tentato di fare di tutto per riuscire a tenerla in vita, a cause delle complicanze di questo particolare tipo di influenza, è deceduta.

Nell’ospedale sarebbero presenti altri due pazienti che sono stati colpiti dallo stesso virus, uno dei quali sarebbe un giovane ragazzo.

Influenza aviaria, torna a far paura segnalazione a Lamezia

Influenza aviaria torna a far paura segnalazione a Lamezia

La notizia è stata confermata anche dalla stessa Asp di Catanzaro che sta fronteggiando la situazione. Nessun allarmismo: “Ci sono stati già diversi casi anche negli passati” spiega il dottore Gallucci, direttore medico del presidio ospedaliero unico dell’Asp di Catanzaro che ha rimarcato come nel nosocomio lametino siano stati attivati tutti i protocolli previsti per il caso, e che l’ospedale “ha lavorato e sta lavorando per dare assistenza opportuna e naturalmente per tutelare il paziente attualmente ricoverato”.

Per quanto riguarda il decesso, il dottore ha spiegato chetendenzialmente, quando si parla di decesso, ci sono quasi sempre complicanze date dal virus H1n1, su soggetti che hanno una patologia pregressa e assodata. Il virus porta complicanze, anche letali – aggiunge Gallucci – su persone che hanno già debilitazioni”.

Ricordiamo che l’influenza aviaria è una malattia infettiva e contagiosa che generalmente colpisce i volatili domestici e selvatici, provocando spesso una malattia grave e perfino la morte dell’animale. I virus influenzali di tipo A responsabili dell’influenza aviaria possono però infettare anche altri animali e in alcuni casi gli esseri umani.

Il principale fattore di rischio per l’infezione umana sembra essere lo stretto contatto con animali infetti, vivi o morti, o con le loro feci e secrezioni respiratorie.

Il virus epidemico influenzale A/H1N1 è un nuovo sottotipo di virus di influenza umana che contiene geni di virus aviari, suini e umani in una combinazione che non era mai stata osservata prima, in nessuna area del mondo. I nuovi virus sono spesso il risultato di un riassortimento di geni provenienti da altri virus (scambio di geni).

Le persone contraggono l’infezione da nuovo virus influenzale di tipo A/H1N1 allo stesso modo in cui prendono l’influenza stagionale. Si diffonde da persona a persona tramite le goccioline contenute nello sternuto o nel colpo di tosse di una persona infetta. Indirettamente, quando le goccioline o altre secrezioni nasali o della gola, si depositano sulle mani o su altre superfici che vengono a contatto con la bocca o il naso di altre persone.

I sintomi sono rappresentati da febbre alta, possono comparire brividi, mal di gola, inappetenza, dolori addominali, diarrea, lacrimazione e fotofobia.

La maggior parte dei casi umani di A/H1N1 non sono gravi e probabilmente gran parte dei pazienti si ristabilisce autonomamente. Le prove attuali indicano che il virus dell’influenza A/H1N1 è sensibile ai farmaci antivirali come gli inibitori della neuramminidasi ma è resistente agli amantadani. Gli antivirali possono alleviare i sintomi e abbreviare il decorso della malattia.

Naturalmente la situazione è diversa per alcune categorie più deboli, come bambini, anziani e immunodepressi, ed è per questo che bisogna comunque prestare sempre molta attenzione.

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