Kevin Knuth, ex ricercatore presso la NASA, ha recentemente espresso l’ipotesi che forme di vita extraterrestre potrebbero trovare rifugio negli oceani del nostro pianeta.
Secondo quanto riportato dal Daily Star e discusso nel podcast “Theories of Everything“, Knuth ha evidenziato come il 75% della superficie terrestre sia coperto d’acqua, facendo degli oceani un luogo potenzialmente ideale per l’insediamento di specie aliene.
Questa teoria si basa anche sulla facilità con cui tali specie potrebbero spostarsi tra aria e mare, approfittando della scarsa esplorazione umana degli abissi oceanici.
Knuth ha anche esplorato l’idea che la vita in ambienti acquatici potrebbe essere più sostenibile rispetto a quella sulla superficie terrestre, data la varietà e la complessità delle condizioni atmosferiche presenti su diversi pianeti.
Ha teorizzato che le caratteristiche chimico-fisiche degli ambienti acquatici extraterrestri, come la temperatura e la pressione più stabili, possano favorire la vita aliena rispetto alle mutevoli condizioni atmosferiche.
Inoltre, ha messo in luce i rischi associati al contatto con forme di vita extraterrestre, in particolare per le possibili reazioni chimiche incompatibili tra biologie differenti. Knuth ha sottolineato che la biologia aliena potrebbe essere radicalmente diversa dalla nostra, portando a conseguenze potenzialmente pericolose in caso di contatto diretto.
Queste considerazioni aprono nuove prospettive sui misteri degli oceani terrestri, suggerendo che potrebbero celare segreti ancora più profondi e sorprendenti di quanto si pensasse in precedenza.