Nelle notti d’estate, all’aria aperta, si deve combattere con le zanzare ed una miriade di insetti, che non ci lasciano godere in pace della frescura, ma allo stesso tempo se siamo fortunati possiamo godere anche della vista di animaletti da molti considerati anche “magici”: le lucciole.
In realtà le lucciole non hanno nulla di magico, ma il fatto che sembrano illuminarsi quasi come lampadine, al buio della notte, ha fatto sì che fossero circondare da un’aurea di mistero.
Ma cosa fa sì che emanino luce?
Il processo chimico che permette alle lucciole di illuminarsi è detto “bioluminescenza”, in base al quale alcune molecole si muovono in modo così veloce da produrre energia e luce.
La luce emessa dalle lucciole è dovuta da una combinazione tra la luciferasi, un enzima che si trova nel loro sangue, la luciferina, una proteina, l’ossigeno e l’adenosintrifosfato, un acido naturale.
Questo fenomeno non è fatto a nostro beneficio, naturalmente, ma è finalizzato all’accoppiamento: la luce serve infatti a maschi e femmine per vedersi. Entrambi i generi sono capaci di emettere luce, ma mentre la femmina può emettere luce per oltre due ore, il maschio solo per brevi istanti.