Medicina estetica, gli italiani tornano a guardare ad eleganza e semplicità

VEB

Il numero di persone che cede alla tentazione di chirurgia e medicina estetica è cresciuto del 9% in un anno secondo i dati della Global Aestethic Survey del 2016 realizzata dall’Isaps. L’Italia svetta in cima alla classifica: è il quarto Paese al mondo per interventi, preceduta solo da Stati Uniti, Brasile e Giappone.

La mastoplastica additiva, l’operazione di aumento del seno, con uno sviluppo oramai in doppia cifra anno su anno, si conferma sul gradino più alto del podio. Al secondo posto si piazza invece la liposuzione (l’intervento di aspirazione del grasso corporeo), davanti alla blefaroplastica (il trattamento per poter dare una nuova giovinezza allo sguardo) e, infine, all’addominoplastica.

Anche per quest’anno i numeri parlano di una crescita che non conosce crisi per il settore, ma in che direzione si sta andando?

L’eleganza in medicina estetica – Il nuovo look della moderna tecnologia”: questo il titolo del 39esimo Congresso nazionale della Società italiana di Medicina Estetica che si è appena nella Capitale, con la partecipazione di 2.500 medici provenienti da tutto il mondo.

A spiegare il titolo ed il tema principale, nel corso della conferenza stampa, è stato il professor Emanuele Bartoletti, presidente della Sime.

Quest’anno il tema centrale del Congresso è l’eleganza in medicina estetica– ha detto- Attenzione, però, non stiamo parlando esclusivamente di ‘eleganza del risultato’. Abbiamo infatti declinato questo concetto attraverso ottiche diverse: eleganza nella selezione del paziente, ad esempio, che si basa sulla sensibilità del medico nell’individuare le esigenze di un particolare individuo e che ha come conseguenza quella di ottenere il massimo risultato con il minimo intervento. C’è poi una eleganza dei movimenti medici: anche una semplice iniezione deve essere fatta bene, deve essere fatta in maniera cosciente. E poi, soprattutto, l’eleganza nella preparazione”.

Essere un medico estetico, dunque, non significa “buttarsi in un campo con lo scopo di ottenere ‘soldi facili’- sottolinea Bartoletti- ma bisogna invece affrontare un percorso formativo solido, perché si tratta di una disciplina medica molto delicata, importante e insolita, in cui i pazienti sono sani e devono rimanere sani. Ma l’obiettivo deve comunque rimanere quello di farli stare meglio di quando sono arrivati. Solamente gestendo ogni aspetto della medicina estetica in modo elegante, infatti, si arriva a quelle che viene considerata l’eleganza per antonomasia nel nostro ambito: quella del risultato”.

Dal congresso naturalmente sono emersi anche i nuovi trend, in primis riguardante i tattoo: il tatuaggio da nero o a colori diventa bianco, mentre i filler diventano biologici e biodegradabili.

Nel variegato mondo del tattoo ha infatti di recente fatto la propria comparsa anche l’inchiostro bianco, che consente di realizzare tatuaggi delicati ed eleganti, ideali per chi non vuole ricoprire il proprio corpo con disegni troppo colorati o troppo scuri e per ottenere un effetto sofisticato, glamour e meno appariscente.

Per rendere un tatuaggio bianco visibile e compatto serve il lavoro di tatuatori altamente specializzati, che passino più e più volte l’inchiostro sulla stessa zona, evitando al contempo di danneggiare i tessuti.

Tra i tanti argomenti, anche l’abuso di filler, ovvero microiniezioni sottocutanee non invasive che permettono di riempire la ruga o la perdita di volume.

L’Italia è il paese in cui si fanno più filler in assoluto in rapporto alla popolazione“, spiega ancora Bartoletti “questo vuol dire che ne facciamo più del necessario”.

Spesso, infatti, la medicina estetica viene accusata di creare volti innaturali, tutt’altro che armoniosi.

Molti nostri pazienti – prosegue – finiscono per sembrare uguali tra loro, se questo avviene è perché non hanno trovato un medico che sapesse dire loro di no. I filler vanno finalizzati alla correzione dell’effettivo difetto del paziente nel rispetto della sua individualità“.

Per non scadere nel volgare, “dobbiamo utilizzare poco prodotto dove serve“. Insomma, il monito ai medici estetici è chiaro: “assecondare richieste irragionevoli non è elegante da nessun punto di vista“.

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