Una volta erano i venditori abusivi, agli angoli delle strade o delle piazze, appartati e pronti a scappare alle prime avvisaglie di un possibile arrivo delle forze dell’ordine, oggi invece è la rete a farla ancora una volta da padrona: decine di siti e di pagine sui social propongono merce contraffatta, sovente ben poco differente dall’originale, pronta ad essere acquistata dal migliore offerente.
Ma, se è scontato che i venditori rischiano pesanti sanzioni ed anche accuse penali, poco chiara è la posizione dell’acquirente.
Ben pochi, infatti, conoscono i reali rischi a cui si va incontro nel caso si acquisti merce di contrabbando e soprattutto contraffatta.
Secondo quanto recita l’articolo 17 della legge n.99/2009, richiamando esplicitamente l’articolo 1, comma 7 della Legge n.80/2005, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro a 7.000 euro per l’accettazione o l’acquisto da parte dell’acquirente finale, senza averne prima accertata la legittima provenienza, a qualsiasi titolo di cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà intellettuale.
Ma non è finita qui: per l’acquirente c’è anche il rischio di sanzione penale, per ricettazione, se la merce viene acquistata non per uso personale, ma per il commercio, ovvero per la cessione a terzi.