La microgravità può compromettere seriamente i denti: lo dice uno studio internazionale pubblicato sul Journal of Periodontal Research
I viaggi spaziali, pur affascinanti e ricchi di potenzialità per il futuro dell’umanità, comportano numerose sfide per la salute. Oltre agli effetti noti della microgravità su muscoli, ossa e sistema cardiovascolare, un nuovo studio condotto dall’Università di Sharjah (Emirati Arabi Uniti), in collaborazione con istituti francesi, mette in luce un rischio spesso trascurato: l’aumento della suscettibilità alla parodontite, una grave infiammazione gengivale che può portare alla perdita dei denti.

L’esperimento: topi e gravità simulata
Per comprendere gli effetti della microgravità sulla salute orale, i ricercatori hanno simulato lo “scarico degli arti posteriori” su modelli murini, replicando le condizioni vissute nello spazio. Due gruppi di topi, uno in microgravità simulata e uno in condizioni normali, sono stati sottoposti a condizioni favorevoli allo sviluppo della parodontite mediante l’uso di filo interdentale, che ha stimolato l’accumulo di placca batterica.
I risultati sono stati evidenti: i topi esposti a microgravità hanno sviluppato infiammazioni gengivali più gravi e una maggiore perdita di tessuto osseo. Gli scienziati hanno rilevato un aumento dell’enzima fosfatasi alcalina, indicatore di infiammazione sistemica e distruzione ossea.
Implicazioni per le missioni spaziali e la medicina terrestre
Secondo il responsabile dello studio, Prof. Zahi Badran, le implicazioni sono significative soprattutto in vista di future missioni prolungate su Luna e Marte. I protocolli di salute orale a bordo delle missioni spaziali potrebbero dover essere rivisti per includere misure preventive contro le malattie gengivali, come l’uso di strumenti di igiene personalizzati, regolari check-up odontoiatrici tramite telemedicina e persino nuovi integratori antinfiammatori.
Oltre allo spazio, lo studio suggerisce applicazioni cliniche anche sulla Terra. Le alterazioni del tessuto osseo osservate nei topi potrebbero avere analogie con quanto accade nei pazienti immobilizzati per lungo tempo, come gli anziani o i soggetti con disabilità motorie.
Un futuro di ricerche incrociate
Il team di ricerca ha già annunciato l’intenzione di estendere lo studio, includendo l’analisi di fattori microbiologici e immunologici, per comprendere meglio come lo spazio influisca sull’interazione tra sistema immunitario e flora batterica orale. Questi dati saranno essenziali per proteggere la salute degli astronauti in vista di missioni più ambiziose, e forse anche per curare patologie croniche di origine infiammatoria sul nostro pianeta.