Ormai sembra ridondante ripeterlo: il fumo fa male, il fumo attivo e passivo va evitato, il fumo uccide.
Lo ripeto gli esperti, lo grida l’Oms, è scritto sugli stessi pacchetti di sigarette e noi solo qualche giorno fa vi abbiamo raccontato di come il fumo uccide ormai più dei problemi cardiovascolari e di tantissime altre patologie che pure affliggono il genere umano.
Eppure sono ancora milioni, nel mondo, i fumatori, e purtroppo sono ancora tantissimi coloro che, giovani e giovanissimi, si avvicinano a questo vizio, sempre più precocemente.
La questione è fortemente sentita qui in Italia, come nel resto del mondo: gli ultimi dati dicono infatti che si inizia già a 10 anni e, nella fascia d’età tra i 13 e 15 anni, un ragazzo su cinque fuma sigarette tradizionali.
Sono i dati italiani raccolti nell’ambito del sistema di sorveglianza Global Youth Tobacco Survey, un’indagine che coinvolge 180 Paesi sull’uso del tabacco fra i giovani, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità.
L’indagine ha coinvolto 33 scuole secondarie di primo grado e 33 scuole secondarie di secondo grado, per un totale di quasi 1700 studenti coinvolti.
L’indagine ha rivelato anche come sia relativamente semplice per i ragazzi acquistare sigarette tradizionali o elettroniche, nonostante viga il divieto di vendita ai minori, e come la scuola non sia ancora percepita – pur essendo il fumo vietato sia all’interno sia all’esterno degli istituti – come un luogo smoke-free.
Nel nostro Paese, le ragazze sono fumatrici abituali di sigaretta tradizionale nel 24% dei casi contro il 16% dei coetanei maschi, mentre per quanto riguarda la sigaretta elettronica sono i ragazzi ad usarla abitualmente di più (22% contro 13%).
Quanto all’idea di smettere, è alta la percezione dei ragazzi di poter abbandonare le sigarette quando vogliono (81%), tuttavia solo poco più della meta’ ha tentato realmente di farlo negli ultimi 12 mesi e solo 1 su 2 ha ricevuto un aiuto per riuscirci. Un ragazzo su 2 riferisce poi di essere stato esposto al fumo passivo in casa.