Nella chiesa di Lucerna c’è un Cristo artificiale che ti confessa

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L’intelligenza artificiale trova applicazione in quasi ogni ambito, persino la spiritualità ha accolto questa innovazione. Una chiesa in Svizzera ha infatti introdotto un confessionale futuristico con un Gesù AI, un ologramma interattivo che ascolta le confessioni dei fedeli e offre consigli basati su testi religiosi.

Nella chiesa di Lucerna ce un Cristo artificiale che ti confessa
foto@pixabay

Un’esperienza tecnologica unica: il “Deus in Machina”

Situata nella chiesa di San Pietro a Lucerna, questa installazione temporanea, denominata Deus in Machina, propone un approccio del tutto nuovo al sacramento della confessione. Attraverso uno schermo digitale, un ologramma del volto di Gesù interagisce con i penitenti, fornendo risposte generate da un’intelligenza artificiale alimentata da informazioni bibliche e teologiche.

Prima di iniziare, l’ologramma avvisa:

“Non divulgare informazioni personali. Usa questo servizio a tuo rischio e pericolo.”

Una volta accettati i termini, il fedele può confessare i propri peccati o porre domande. Il volto digitale, animato per sincronizzarsi con le risposte, offre consigli che molti hanno descritto come utili e rassicuranti.


I fedeli reagiscono: tra entusiasmo e scetticismo

L’iniziativa ha attirato un vasto pubblico tra il 23 agosto e il 20 ottobre, con molti visitatori che hanno elogiato l’esperienza.

Un fedele ha raccontato:

“Ho chiesto come spezzare la spirale della violenza. La risposta è stata: attraverso la preghiera e senza cercare punizioni.”

Un altro ha aggiunto:

“Mi ha aiutato a riflettere su come sostenere altre persone e avvicinarle alla fede.”

Tuttavia, non sono mancate le critiche. Alcuni hanno definito l’ologramma un semplice “espediente” e hanno giudicato le risposte troppo generiche. Altri si sono detti preoccupati per le implicazioni etiche e spirituali di un intermediario digitale nel contesto religioso.


Un progetto sperimentale per stimolare il dibattito

L’ologramma è stato sviluppato dall’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna, combinando competenze informatiche e teologiche. L’obiettivo principale del progetto, come spiegato dal teologo Marco Schmid della Cappella di San Pietro, non è sostituire i sacerdoti umani ma avviare una discussione sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella religione.

“Ci siamo chiesti: può l’IA offrire supporto pastorale disponibile 24 ore su 24? Questo esperimento fornisce una base concreta per esplorare questa possibilità e discuterne.”

Schmid ha sottolineato che le risposte fornite dall’IA sono state finora in linea con la dottrina della chiesa, pur ammettendo che il progetto solleva questioni etiche e pratiche.


Sfide e limiti dell’IA nella religione

Non tutti sono entusiasti dell’idea. Il professor Peter Kirchschläger, esperto di etica, ha espresso riserve sull’applicazione dell’IA nella pratica religiosa:

“Le macchine mancano della bussola morale necessaria per comprendere e praticare la religione. Questo è un ambito in cui gli esseri umani rimangono superiori.”

Nonostante le critiche, l’esperimento ha acceso un dibattito fondamentale: l’intelligenza artificiale può integrare il ruolo umano nella fede? E fino a che punto può essere accettata senza compromettere i valori spirituali?


Conclusione: tecnologia e spiritualità, un incontro possibile?

L’ologramma del Gesù AI rappresenta un’interessante incursione della tecnologia in un ambito tradizionalmente umano. Sebbene l’esperimento abbia suscitato reazioni contrastanti, ha senza dubbio aperto la strada a una riflessione più ampia sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella religione e nel supporto spirituale.

In un mondo in cui il confine tra tradizione e innovazione diventa sempre più sottile, questo progetto pone domande cruciali sul futuro della fede e della tecnologia.

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