Non ci resta che piangere il mistero delle tre versioni

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Gli appassionati e amanti del cinema non possono non aver visto almeno una volta nella loro vita quella pellicola italiana interpretata da Massimo Troisi e Roberto Benigni, dal titolo: Non ci resta che piangere.

Un film nato in sordina e poi divenuto negli anni un vero e proprio cult movie, tanto da alimentare veri e propri gruppi di appassionati della pellicola, pagine social dedicate e soprattutto cerchie di appassionati che discutono anche di alcuni “misteri”.

Possiamo chiamarlo effettivamente “mistero”, ma quale sarebbe? Molto semplice, tutti coloro i quali hanno visionato almeno una volta il film, al cinema, in videocassetta, dvd, bluray, hanno assistito alla cosiddetta versione “standard” della pellicola.

Si tratta infatti della versione da 111 minuti di Non ci resta che piangere, una storia che conosciamo bene e che vede i due interpreti principali, Massimo Troisi nel ruolo del bidello Mario e Roberto Benigni, nel ruolo del maestro Saverio, essere catapultati indietro nel tempo, addirittura nel 1492.

I due protagonisti cercano, in modo molto goffo, di creare delle invenzioni per anticipare i tempi, di conquistare una donna, interpretata da Amanda Sandrelli, oppure di cambiare il futuro dialogando con Leonardo Da Vinci e Girolamo Savonarola.

Non tutti sanno però che della pellicola in questione ne esisterebbero tre versioni, delle quali due confermate ovvero la versione standard, come abbiamo detto della durata di 111 minuti e la versione estesa o integrale della durata di circa 145 minuti.

Nella versione estesa o integrale, che dir si voglia, il montaggio è diverso e comprende alcune scene non presenti nella versione standard, nei primi minuti infatti abbiamo un battibecco tra Troisi e Benigni, successivamente un ulteriore battibecco in casa di Vitellozzo, interpretato da Carlo Monni, che ha come oggetto la “mitica” Gabriellina, sorella del maestro Saverio.

Il film, dopo questi intermezzi non presenti nelle versione standard, si sviluppa in modo alternativo, dopo le inutili conversazioni con Leonardo Da Vinci (con il quale parlano del semaforo, del termometro e del gioco della scopa), i due si trovano a proseguire il loro viaggio verso la Spagna, con la bella Astriaha (interpretata da Iris Peynado), che li fa prigionieri e li costringerà a seguirla nel castello del Re, suo padre.

Il film in versione integrale o estesa, si ricongiunge alla versione standard nella parte finale, difatti i minuti finali saranno poi gli stessi, ovvero la scoperta del primo “treno” inventato da Leonardo Da Vinci, per il quale i proventi saranno divisi in 3 parti uguali “33-33-33”.

Queste le curiosità riguardanti le due versioni attualmente confermate e anche visibili in rete, condivise da tantissimi appassionati, ma in questo articolo vogliamo parlarvi anche di un vero e proprio “mistero”, ovvero quello della terza versione del film Non ci resta che piangere.

Si tratta appunto di una terza versione della pellicola, una versione non ancora confermata ma che un folto gruppo di appassionati del film, giura di aver visionato negli anni passati, le testimonianze di appassionati sono svariate e parlano di una versione del film con alcuni inserti supplementari, inseriti nella storia e soprattutto un finale completamente diverso.

Secondo queste testimonianze di fan che avrebbero visionato la pellicola attraverso una vecchia videocassetta, alcuni dicono anche sulla Rai ormai oltre 20 anni fa, il finale del film sarebbe completamente diverso.

Così come per il libro “Non ci resta che piangere” i due protagonisti terminano la loro avventura, tornando ai giorni nostri e dunque non più, come per le altre due versioni, rendendosi conto di essere ormai bloccati nel 1500, ma riuscendo a tornare ai giorni nostri.

Proseguendo l’esame di questa terza versione del film, possiamo divulgare alcuni particolari recentemente rivelati da gruppi di appassionati che hanno potuto visionare questa versione, alcune scene sarebbero più lunghe e montate in modo diverso, come ad esempio la scena della vestizione di Mario per uscire fuori in strada.

Altra scena “non tagliata” sarebbe quella delle informazioni su “Frittole” chieste ad un passante, nella versione “standard” Saverio si innervosisce immediatamente per il “possibile scherzo” ai loro danni, ma in questa ulteriore versione il colloquio con il passante è molto più lungo, finendo per far innervosire lo stesso Saverio.

Infine altra scena che nella versione standard, così come nella versione estesa, è stata montata e tagliata, sarebbe quella delle “invenzioni”, nelle due versioni si vede uno stacco dei frame e ci troviamo con Saverio e Mario che parlano di invenzioni in un discorso che sembra già approfondito, nella terza versione questa discussione sarebbe più lunga fino poi a ricongiungersi alla versione standard.

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