Non esistono gli eventi casuali, lo rivela uno studio

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Non siamo in grado di influenzare realmente gli eventi, ma in ogni caso tutti quelli casuali in realtà non sono casuali.

Non esistono gli eventi casuali lo rivela uno studio
Non esistono gli eventi casuali lo rivela uno studio (Foto@Pixabay)

Non possiamo influenzare gli eventi, ma siamo in grado di analizzare e trovare la causa principale di questo o quell’incidente . Nella vita ordinaria, questo ha scarso effetto, ma per una serie di applicazioni, ad esempio nella crittografia, la casualità gioca un ruolo decisivo.

La vera casualità è sempre a portata di mano e si trova al centro del nostro universo. Secondo la teoria quantistica dei campi, il vuoto crea costantemente coppie casuali di particelle e antiparticelle. Questi sono eventi veramente casuali che obbediscono al principio di indeterminazione di Heisenberg. Questi sono inizialmente oggetti probabilistici, le cui proprietà non possiamo misurare e prevedere simultaneamente.

Scienziati di istituti in Belgio, Danimarca e Italia sono stati in grado di utilizzare la nascita di particelle virtuali definite “schiuma quantistica“. Hanno creato un dispositivo relativamente compatto per generare 100 Gbit di dati casuali ogni secondo. Ogni bit in questo flusso è una particella virtuale casuale del campo quantistico.

L’aspetto delle particelle virtuali è stato a lungo risolto in un modo o nell’altro. Si manifestano nelle sfumature del funzionamento dei laser e nella diffusione della loro luce su vari composti chimici. Gli scienziati sono da tempo alla ricerca di un metodo affidabile per fissare particelle virtuali senza attrezzature complicate e ingombranti.

In un nuovo articolo sulla rivista PRX Quantum, un team internazionale di scienziati ha proposto un dispositivo basato su un rilevatore omodino integrato in grado di rilevare particelle virtuali molte volte più velocemente degli analoghi e lo ha fatto senza una quantità significativa di apparecchiature aggiuntive. Il clou dello sviluppo è stata la soluzione per ridurre le interferenze. Ha rilevato la fonte di potenziale interferenza e ha tenuto conto del suo effetto sul sensore di particelle virtuali, che ha notevolmente aumentato la sensibilità per rilevare i fenomeni quantistici.

Il risultato è una piattaforma su un chip in grado di generare in modo affidabile numeri casuali per tutte le esigenze di crittografia e altro ancora. Se ci sarà un’immediata applicazione pratica per questo, gli scienziati non possono prevedere, ma data la crescente paura di violare la crittografia da parte delle piattaforme quantistiche, la necessità di una vera casualità è maturata da tempo.

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