Non possiamo scoprire la vita su Marte, sarebbe un disastro psicologico

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La possibilità che l’umanità scopra altre forme di vita, magari su Marte o altri pianeti, solleva preoccupazioni significative riguardo alle potenziali conseguenze per la nostra civiltà.

Non possiamo scoprire la vita su Marte sarebbe un disastro psicologico

Il famoso paradosso di Fermi pone una domanda filosofica intrigante: considerata l’alta probabilità che esista vita extraterrestre, perché nessuna civiltà aliena ha ancora stabilito contatto con noi?

Se esistono numerose civiltà avanzate oltre la nostra, perché non si impegnano nella ricerca di vita come facciamo noi? Una spiegazione proposta è l’ipotesi del grande filtro, che suggerisce l’esistenza di una o più barriere evolutive o tecnologiche che impedirebbero alle civiltà di espandersi oltre il loro sistema solare per colonizzare la galassia. Questo filtro potrebbe manifestarsi in vari modi, dalla transizione da forme di vita multicellulari a società tecnologicamente avanzate, ma la sua natura precisa rimane incerta.

Non è chiaro se l’umanità abbia superato questo ipotetico grande filtro o se dovrà ancora affrontarlo. Potrebbe darsi che molti non riescano a superare determinati stadi evolutivi, o che le civiltà si autodistruggano prima di poter colonizzare altri mondi, forse a causa di guerre o di esaurimento delle risorse.

La scoperta di vita extraterrestre, come per esempio su Marte, potrebbe non essere auspicabile secondo alcuni pensatori e scienziati.

Nick Bostrom, un filosofo dell’Università di Oxford, ha espresso la speranza che le ricerche non rivelino forme di vita, poiché ciò potrebbe indicare che il grande filtro si trova dopo lo stadio di vita scoperto. La scoperta di vita multicellulare altrove, ad esempio, suggerirebbe che le barriere critiche all’avanzamento si trovano oltre questo punto.

Bostrom ritiene che studiando la vita sulla Terra e le improbabili tappe evolutive superate, possiamo cercare di identificare dove potrebbe situarsi il grande filtro.

Per esempio, l’evoluzione da animali a esseri umani in un breve lasso di tempo geologico indica che questo non era un passaggio filtrante significativo. La scoperta di vertebrati su altri pianeti sarebbe considerata una notizia allarmante, poiché indicherebbe che la maggior parte delle sfide del grande filtro sono ancora davanti a noi, aumentando il rischio di estinzione prima di diventare una civiltà capace di esplorare la galassia.

Bostrom auspica che le missioni spaziali rivelino pianeti e lune desolati, senza segni di vita, supportando così l’ottimismo per un futuro prospero dell’umanità. Mentre il paradosso di Fermi presenta varie teorie meritevoli di ulteriori indagini, l’eventuale scoperta di civiltà avanzate o di stadi di vita autodistruttivi rappresenterebbe, secondo Bostrom, uno scenario particolarmente negativo per noi.

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